Corriere della Sera - La Lettura
Ci pensa Cesare Pavese a resuscitare il premio Nobel dimenticato
Traduzione d’autore per un di 108 anni fa Sinclair Lewis
Ci vuole temerarietà a ristampare oggi, 108 anni dopo l’uscita negli Usa (si era alla vigilia della Grande guerra), Il nostro mr Wrenn. Le avventure romantiche di un gentiluomo, romanzo giovanile di Sinclair Lewis, primo scrittore americano insignito del Nobel — nel 1930 — ma oggi poco noto. La scelta di Elliot ha tuttavia la sua ragion d’essere e l’ha soprattutto per avere riproposto la traduzione che nel 1931 ne fece, per Bemporad, Cesare Pavese (19081950), di cui l’editore romano ripubblica in postfazione anche un testo del 1951, contenuto in La letteratura americana e altri saggi.
La maestria del traduttore contribuisce — e non poco — al piacere della lettura di un’opera forse superata per temi (il disagio esistenziale e il bisogno di vita «vera» del piccoloborghese Wrenn a cospetto della ricca, annoiata e bizzosa studentessa d’arte Isra) e tempi narrativi (l’incedere zoppicante dei fatti), ma ancora vivace nelle tinte ed efficace nell’uso dell’armamentario retorico. I numerosi squarci descrittivi e le brillanti sferzate ironiche di Lewis sono resi con abilità da Pavese, che ritinteggia da par suo, forte di un lessico lussureggiante e felicemente démodé, le già vivide coloriture dell’originale.
Insomma, non ci si annoia, si sorride e si arricchisce il vocabolario, il che non guasta mai.