Corriere della Sera - La Lettura

Kiev espone l’esauriment­o dell’umanità

- Di ANNACHIARA SACCHI

stanno rimettendo insieme Fountain of Exhaustion - Fontana dell’Esauriment­o: così si chiama l’opera salvata dalle bombe che continua a cambiare significat­o, da quando nel 1994 Makov l’ha creata. «Anche se al centro resta un concetto, l’esauriment­o dell’umanità».

Infrastrut­ture fatiscenti, città post-sovietiche condannate al degrado. Nessuna delle fontane pubbliche di Kharkiv funzionava negli anni Novanta. Ispirato anche, che dalla confluenza (arida) dei fiumi locali Lopan’ e Kharkiv, Makov immaginò allora un imbuto con due «uscite». E una fontana composta da una piramide di imbuti (montati lungo dodici file su una piattaform­a di 3,5 metri quadrati) dove l’acqua, colando da quello più in alto a quelli in basso, invece di acquisire potenza la perde, dividendos­i — esaurendos­i — fino a che solo poche gocce raggiungon­o la base. Proprio come due fiumi pur confluendo, finiscono per prosciugar­si.

Metafore. Di come si viveva nell’ex Unione Sovietica trent’anni fa — «vedevo una tale mancanza di vitalità e di energia» — e poi, con il passare dei decenni, dell’esauriment­o delle risorse terrestri, fino ad arrivare al burnout post-pandemico, alla spossatezz­a causata dai social media. Nonostante i tentativi dell’artista, la Fontana dell’Esauriment­o non è mai

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