Corriere della Sera - La Lettura
E l’ entomologo studia il cugino pittore
Il poeta a 95 anni traccia in prosa un autoritratto per interposta persona
Sia quando scrive in poesia, sia quando usa una prosa dimessa e neutrale, tendente al colore grigio, Giampiero Neri (95 anni) si comporta come un entomologo (per uno sguardo d’insieme alla sua produzione si veda l’Antologia personale da poco edita da Garzanti). Prende dunque a osservare le azioni, i moventi, le attitudini di qualche modesta figura e la segue con assoluto rigore, appunto come in entomologia si analizzano i comportamenti e l’anatomia degli insetti.
Non che così, investite da un’attenzione oggettiva, le figure risultino prive di interesse poetico e di alone: il fatto è che quest’emanazione di senso si lega all’indagine minuta, al gusto della rilevazione precisa. La continua osmosi tra prosa e poesia che caratterizza tante prove di Neri si orienta in Un difficile viaggio più compattamente verso l’abbassamento tonale dello stile prosastico e anche la sequenza degli avvenimenti assomiglia, pur nella sua sospensione e capacità enigmatica, alla vicenda di un racconto.
A campeggiare è la figura di un cugino dell’autore, Sandro Frigerio, in cerca di una sua strada nel mondo, trovata infine, dopo una carriera commerciale nell’azienda vinicola di famiglia, nella pittura. Se di narrazione si tratta, è senza dubbio una storia di formazione quella distillata da Neri in brevi capitoletti: storia di una vocazione e quindi di un senso estetico, che è anche senso morale. Non è difficile scorgere nell’apprendistato alla pittura, all’atto del guardare, un autoritratto per interposta persona dell’autore: «Immaginava un momento dimesso, nella realtà dimessa di tutti i giorni, come quella che lui viveva e sentiva». E ancora, dopo un a capo: «Pensava a certa pittura olandese, di donne e situazioni comuni, che però lo portavano all’eterno. Forse era quella la strada da continuare». Sono massime di una disciplina, di una paziente ricerca della bellezza (sempre difficile, si dice con Ezra Pound). Alla fine, la figura femminile balenata nell’adolescenza del protagonista ricompare in chiusa, a sigillare l’opera in una sua unità e a lasciare al lettore la nota di una salutare inquietudine: arduo è avvicinarsi, conoscere l’altro. Forse è il viaggio più difficile.