Corriere della Sera - La Lettura
LA GIUNTA MILITARE SI CONSEGNA AI RUSSI DEL GRUPPO WAGNER
Il Mali nel Trecento era l’impero più potente dell’Africa, nell’Ottocento divenne colonia francese. Indipendente dal 1960, repubblica democratica dal 1991. Un Paese vasto quasi 4 volte l’Italia, 20 milioni di abitanti (90% musulmani), incastonato tra il Sahara e la savana. Nel 2012 i tuareg nel Nord proclamarono la secessione, milizie jihadiste stavano per occupare la capitale Bamako: l’intervento francese (Opération Serval) salvò il governo, riconquistando in poche settimane Timbuktu, Gao e via via il resto del Paese.
La missione voluta dal presidente François Hollande nel gennaio 2013 per scongiurare la nascita di un califfato integralista nel cuore dell’Africa fu imprevista quanto efficace: 250 uomini arrivarono dal Senegal, 950 dal Ciad, gli elicotteri con i commando si alzarono in volo dal Burkina Faso. Doveva essere una missione lampo, ma così non è stato. Per i successivi 10 anni il Mali ha inseguito il miraggio della stabilità, sotto gli occhi degli ingombranti/necessari «salvatori» francesi. Governi corrotti, crisi economica, jihadisti mai sconfitti anzi dilaganti nei Paesi vicini hanno alimentato paura e frustrazione.
Nell’agosto 2020 militari golpisti hanno preso il potere, approfittando del malcontento popolare verso il governo del presidente Ibrahim Boubacar Keita. La virulenza degli attacchi jihadisti (6 mila vittime nella regione, almeno sette volte il bilancio del 2016), intrecciata ai conflitti etnici mai sopiti, ha reso più «appetibile» la soluzione di un «governo forte» guidato da giovani colonnelli. I rapporti del nuovo regime con la Francia (e con la missione europea promossa da Parigi) si sono deteriorati. La giunta, che con un secondo golpe nel 2021 si è rimangiata la promessa di libere elezioni, si è affidata ai mercenari russi del gruppo Wagner per contrastare terroristi e ribelli. Mosca non preme sul ritorno alla democrazia e sul rispetto dei diritti umani. A febbraio di quest’anno lo strappo definitivo: i 2.400 soldati francesi hanno lasciato il Paese. La missione anti-jihad prosegue dalle basi in Niger. Il Mali non ha pace né pane a sufficienza.