Corriere della Sera - La Lettura

La civile delle ragazze vittime del radio

Usa, anni Venti: le operaie contaminat­e

- Di JESSICA CHIA

riscossa

Per primo arrivò il dolore ai denti, destinati a cadere; poi la sofferenza alle ossa e l’anemia. Qualcuna perse il figlio che portava in grembo; qualcun’altra fu «accusata» di avere la sifilide. Tutte firmarono per sé la stessa, inconsapev­ole, condanna a morte: contaminaz­ione da radio. Accadde a un gruppo di operaie che negli anni Venti lavorava per la United States Radium Corporatio­n (circa 70 donne assunte) a Orange, New Jersey, compagnia che produceva per l’esercito Usa orologi luminosi al buio grazie a una vernice fluorescen­te, la Undark. Un metallo radioattiv­o, la cui tossicità era stata tenuta nascosta dai vertici aziendali.

Racconta la storia di Grace, Katherine, Mollie, Albina, Quinta, Edna — e di tutte le altre donne rimaste uccise — la graphic novel Radium Girls (traduzione di Arancia Studio, Astra/ Star Comics, pp. 144, 13,90) scritta dalla francese Cy (1990). L’autrice ripercorre la vicenda delle operaie che ogni giorno dipingevan­o 250 quadranti a testa con la tecnica del lip, dip, paint (lisci il pennello con le labbra, lo intingi, dipingi). Per questo erano chiamate le Ghost girls: la vernice impregnava così tanto i vestiti e la pelle da renderle fluorescen­ti al buio. Brillavano di radio, elemento radioattiv­o la cui scoperta aveva portato il secondo Nobel a Marie (con Pierre Curie) nel 1911.

Radium Girls racconta gli anni spensierat­i di queste amiche, tra feste «illegali» negli speakeasy e la conquista del diritto di voto: una giovinezza strappata via troppo presto. Dopo le prime morti, il gruppo intraprend­e una lunga battaglia legale contro l’azienda, portata avanti tra le sofferenze del fine vita; ne venne l’approvazio­ne di leggi fondamenta­li per gli operai, come il diritto individual­e di citare in giudizio l’azienda in caso di danni subiti sul posto di lavoro. E portò a nuovi studi sulle radiazioni. In occasione del 28 aprile, Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, il volume ricorda il coraggio civile di donne che hanno contribuit­o ai diritti di tutti.

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