Corriere della Sera - La Lettura
Ettore Sottsass guardava il mondo affacciandosi dal finestrino: clic!
Dovevano essere degli editoriali per la rivista «Domus», commissionati a Ettore Sottsass dal direttore Stefano Boeri — era il 2004 — ma l’eclettico, imprevedibile architetto cominciò a inviare delle cartoline o meglio delle «fotografie dal finestrino», come decise di chiamarle, corredate da didascalie battute a macchina con la sua Olivetti Valentine. Immagini scattate nei suoi numerosi viaggi a tutte le latitudini (sopra: Bali, 1967). Ventisei istantanee ora riproposte nella mostra Ettore Sottsass. Foto dal finestrino (fino al 22 maggio,triennale.org), che vanno al di là degli orizzonti scattati. Lo sguardo curioso, disincantato, critico dell’autore, trova la poesia, l’arte, l’uomo nella quotidianità e li racchiude in un’immagine, mettendone a nudo le fragilità. Il finestrino come specchio di un’anima inquieta sempre alla ricerca, con la necessità, come dovere primario, di conoscere; posare lo sguardo sul mondo per il tempo necessario a comprenderne un segno, fissarlo commentarlo per poi condividerlo. Immagini che raccontano — attraverso paesaggi, scorci, cose e architetture — la bellezza di un’umanità varia e complessa, colta apparentemente per caso, ma che lascia una traccia indelebile. (andrea fanti)