Corriere della Sera - La Lettura
Lo sguardo di Pechino sull’arcipelago (e sul Sudest asiatico)
Alle Filippine e alla «virata» strategica impressa dal presidente Rodrigo Duterte è dedicato un capitolo di All’ombra del dragone. Il Sudest asiatico nel secolo cinese dell’analista australiano Sebastian Strangio (1983) appena uscito per Add editore (traduzione di Eva Allione e Piernicola D’Ortona, pp. 511, € 20). Paese per Paese, l’autore mappa la penetrazione economica e militare di Pechino, il cui avventuroso pragmatismo riesce spesso ad aggirare ostilità storiche e diffidenze venate di razzismo: un’attitudine che, con una ben pianificata campagna di investimenti e progetti infrastrutturali cambia la geografia di tanti Paesi, ridisegna le alleanze nell’area e restringe lo spazio di manovra americano nella regione. La situazione delle Filippine in questo caso è emblematica: «La politica filocinese di Duterte — scrive Strangio — era inseparabile dal rapporto stretto e profondamente sbilanciato che le Filippine avevano con gli Usa» dall’indipendenza del 1946.