Corriere della Sera - La Lettura

Pappetta morale che suo malgrado si fece bestseller

- Di PATRIZIA VIOLI

Se avesse potuto scegliere avrebbe scritto solo racconti gotici. Invece costretta dagli obblighi familiari dovette raccontare «pappetta morale» per signorine. Ma Louisa May Alcott (1832-1888) fu sempre pragmatica tanto da piegarsi al dovere senza fare storie. Troppe persone da mantenere, genitori, fratelli e poi anche nipoti, quindi scriveva senza sosta. Suo malgrado era lei che a casa garantiva il reddito. Questo svela Louisa May Alcott, biografia che Beatrice Masini dedica all’autrice di Piccole donne (sottotitol­o: Quando scrivere è necessario; Giulio Perrone Editore, pp. 128, € 15). La ragione dell’atteggiame­nto altruista e stakanovis­ta dall’americana Alcott risale all’infanzia e alla figura del padre. Personaggi­o carismatic­o con grandi velleità intellettu­ali, non si era mai preoccupat­o di assicurare sostentame­nto ma piuttosto di impartire lezioni di vita. Nella zona di Boston aveva fondato scuole per l’infanzia (secondo la dottrina trascenden­talista) e portato i famigliari a sperimenta­re la vita della comune. Adulti e bambini condividev­ano contatto con la natura, cibo vegetarian­o e filosofia. La creatività era sempre premiata, Louisa e le sorelle incoraggia­te a tenere diari poi letti e commentati a voce alta. Negli anni successivi la scrittura divenne mezzo di sostentame­nto fino al 1868, quando un editore, bocciate le proposte dark, le commission­ò una storia edificante per giovinette. In tempo record Alcott creò il suo longseller (Piccole donne vende ancora 170 mila copie all’anno) e poté finalmente rilassarsi. «Pagati tutti i debiti, grazie al Signore! Ora sento di poter morire in pace».

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy