Corriere della Sera - La Lettura
L’atto d’accusa del processo a Putin
Il «metodo» giornalistico di Anna Politkovskaja era semplice: «Io sono un essere umano tra i tanti, un volto nella folla di Mosca, della Cecenia, di San Pietroburgo... Io vivo la vita, e scrivo di ciò che vedo». Finché cinque colpi di pistola la uccisero il 7 ottobre 2006. Due anni prima era uscito La Russia di Putin, ora bestseller in concomitanza con l’invasione dell’Ucraina (le vie del successo editoriale sono infinite e, a volte, grondano sangue). Nell’eventuale processo a Vladimir Putin come criminale di guerra, il pubblico ministero potrà tranquillamente allegare il libro come requisitoria e avrà sostenuto l’accusa impeccabilmente (fortuna non capitata al suo omologo a Norimberga che non poté allora disporre di opere/prove come Il diario di Anne Frank e Se questo è un uomo di Primo Levi, ancora inedite). Non faccia velo il martirio, Anya, come la chiamavano gli amici, era una vera scrittrice e discendeva dalla grande tradizione russa. Ha atmosfere gogoliane, ad esempio, la storia del camion rubato in un poligono di addestramento a Volgograd con gli ufficiali annoiati e bevuti che brutalizzano una cinquantina di soldati alla vana ricerca (il camion non si era mai mosso dal parcheggio) dei presunti ladri. Sull’esercito russo, in guerra e in pace, la giornalista racconta vicende di (stra)ordinaria infamia (per dirne una: nel solo 2002 più di cinquecento uomini, un battaglione intero, morirono a causa di percosse subite nelle caserme). Ma lo spirito del tempo lo restituisce in pieno la storia di Tanja, un’amica dell’autrice, ingegnera «terrona» di Rostov prima poverissima e poi ricchissima grazie ai traffici caratteristici dell’era putiniana, dalla vicenda matrimoniale (marito moscovita di famiglia aristocratica) fatta di tradimenti, ripicche, lifting, toy boy (e girl), più vendetta finale al caviale rosso. Splendido canovaccio da commedia all’italiana alla russa. Anya la scrive ridendo due anni prima di cadere sul campo. Che aspetta Hollywood a fare un film?