Corriere della Sera - La Lettura
Per la terra
romanzo come musa. Con VOM LICHT (Dalla Luce) abbiamo lavorato per mutamenti, ricreando una pièce che si misura con il ritmo e la dimensione del romanzo di Neft. Una prosa dura, nerissima, con un esito inevitabilmente violento. Anche qui, il gruppo familiare al centro della storia, sembra cercare una forma di salvezza per separarsi dal resto del genere umano, per rifiutare il materialismo, in attesa del “diluvio” che però finirà per esplodere dentro la casa stessa, in cui famiglia, educazione, sacro e violenza si compenetrano».
Porterete questi lavori in Italia?
«Ce lo auguriamo. Il Theater an der Ruhr che produce i nostri lavori in Germania è sempre più una seconda casa».
Progetti futuri?
«In cantiere c’è, per il prossimo autunno, un ritorno al teatro musicale con una produzione dedicata a Jean Philippe Rameau per la Sagra musicale malatestiana di Rimini. Siamo ostinati a sperare, come diceva Zanzotto. Perché pur illustrando la devastazione, la poesia non può che continuare a sperare, se è lecito usare queste parole».