Corriere della Sera - La Lettura
Scoprirsi adulti in West Virginia assomiglia a una caccia ai serpenti
Gli Usa profondi nell’esordio di Chuck Kinder del 1973
«So per esperienza personale che ho delle responsabilità verso me stesso che iniziano con i miei ricordi»: da lì parte Snakehunter, folgorante romanzo d’esordio di Chuck Kinder (1946-2019), uscito nel
1973 e ora per la prima volta tradotto in Italia (da Nicola Manuppelli che dell’autore è stato anche amico). La voce narrante è quella di Speer Whitfield che con ritmo rapsodico ripercorre, ora con trasporto ora con distacco, episodi della sua vita; ma i ricordi sono in parte quelli dell’autore stesso. Figura leggendaria della letteratura americana, Kinder fu maestro e poi amico di Raymond Carver.
Il padre morto in guerra, la madre sfortunata in amore, Speer viene cresciuto negli anni Quaranta del Novecento in West Virginia da parenti, soprattutto zie: si lancia nella vita con il peso delle sue insicurezze e il bagaglio della sua inesperienza. Certo di non uscirne integro, prova almeno a schivare i colpi più bassi tra atti di eroismo (e di bullismo), crudeli prove di coraggio, testimonianze d’affetto e avventure tragicomiche. Il titolo — «cacciatrice di serpenti» — rimanda a una leggendaria barca capace di scivolare leggera, inafferrabile sulle acque del Coal River ma è anche il nome della tartaruga di Speer, che protetta dalla sua corazza sopporta gli urti... Leggerezza e resistenza, due «virtù» condivise dal protagonista.
di SEVERINO COLOMBO