Corriere della Sera - La Lettura
Stati poco Uniti. E parecchio disuguali
Una raccolta di racconti curata da John Freeman sul tema dello scarto fra ricchi e poveri
Basta camminare per le strade di una qualsiasi città degli Stati Uniti per notare che una barriera è più netta delle altre. I negozi di San Francisco, New York, Chicago sono mese dopo mese più cari e le vecchie case vengono smantellate per lasciare il posto a condomini di lusso dove gli impiegati di aziende informatiche, finanziarie o immobiliari hanno la propria palestra privata. A due passi i senzatetto si radunano sui marciapiedi e trovano riparo in piccole tende da campeggio donate da qualche privato o associazione solidale. Seppur meno evidente, lo scarto tra ricchezza e povertà è simile anche nelle località più piccole e rurali.
Le statistiche lo confermano, ma chi può veramente venirci in aiuto per fare luce su questo aspetto vasto e insito alla società degli Stati Uniti sono ancora una volta gli scrittori e i poeti. Forse nessuno ne è consapevole più del critico letterario — a sua volta scrittore e poeta — John Freeman. L’abilità di Freeman nel riunire scritti di stili, forme ed espressioni linguistiche molteplici rendono le riviste e le raccolte curate da lui un punto di riferimento per chi ha voglia di conoscere la realtà d’Oltreoceano. Oggi, grazie a Mondadori e alla traduzione di Federica Aceto, a queste si aggiunge Racconti di due Americhe. Storie di disuguaglianza in una nazione divisa, volume composto da 36 testi di altrettanti autori di ogni età ed etnia, tra cui Sandra Cisneros, Joyce Carol Oates, Kiese Laymon, Edwidge Danticat, Ru Freeman e Natalie Diaz.
Rebecca Solnit dà il via a tutti loro con la storia di Alex Nieto, guardia giurata ventottenne, ucciso dalla polizia nello stesso quartiere di San Francisco in cui era nato e cresciuto. Chi quel giorno ha chiamato la polizia non avrebbe fatto fatica a sapere che il ragazzo non era pericoloso, se non si fosse trasferito in quella zona a causa della intensa gentrificazione. Ru Freeman scrive di tate e governanti che gravitano nell’orbita delle famiglie per cui lavorano senza godere degli stessi benefici. Chris Offutt, abitante della regione degli Appalachi, riconosce che se insiste a comportarsi da bianco povero «comprando le cose nei mercatini dell’usato e mangiando il cefalo» si guadagna l’epiteto di trash (spazzatura) «e in un certo senso me lo merito pure».
A darci speranza c’è Julia Alvarez con il resoconto della notte trascorsa all’aeroporto di Atlanta, quando a tutti è bastato condividere l’esperienza di rimanere bloccati nello stesso spazio per aiutarsi a trovare un posto dove dormire e condividere cibo e coperte. Ann Patchett conclude il volume con la storia di un prete di Nashville che ha vissuto nel nome della solidarietà. La diseguaglianza economica è una ragnatela complessa di decenni di sfruttamenti, pregiudizi e sistemi di oppressione intrecciati.
Racconti di due Americhe è stato pubblicato negli Stati Uniti poco dopo l’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, ma gli ultimi 5 anni non hanno aiutato nessuno a trovare una via d’uscita. Questo libro è un’armonia corale che aiuta a capire quanto e come le moltitudini d’America siano unite e divise.