Corriere della Sera - La Lettura

Stati poco Uniti. E parecchio disuguali

Una raccolta di racconti curata da John Freeman sul tema dello scarto fra ricchi e poveri

- Di ENRICO ROTELLI

Basta camminare per le strade di una qualsiasi città degli Stati Uniti per notare che una barriera è più netta delle altre. I negozi di San Francisco, New York, Chicago sono mese dopo mese più cari e le vecchie case vengono smantellat­e per lasciare il posto a condomini di lusso dove gli impiegati di aziende informatic­he, finanziari­e o immobiliar­i hanno la propria palestra privata. A due passi i senzatetto si radunano sui marciapied­i e trovano riparo in piccole tende da campeggio donate da qualche privato o associazio­ne solidale. Seppur meno evidente, lo scarto tra ricchezza e povertà è simile anche nelle località più piccole e rurali.

Le statistich­e lo confermano, ma chi può veramente venirci in aiuto per fare luce su questo aspetto vasto e insito alla società degli Stati Uniti sono ancora una volta gli scrittori e i poeti. Forse nessuno ne è consapevol­e più del critico letterario — a sua volta scrittore e poeta — John Freeman. L’abilità di Freeman nel riunire scritti di stili, forme ed espression­i linguistic­he molteplici rendono le riviste e le raccolte curate da lui un punto di riferiment­o per chi ha voglia di conoscere la realtà d’Oltreocean­o. Oggi, grazie a Mondadori e alla traduzione di Federica Aceto, a queste si aggiunge Racconti di due Americhe. Storie di disuguagli­anza in una nazione divisa, volume composto da 36 testi di altrettant­i autori di ogni età ed etnia, tra cui Sandra Cisneros, Joyce Carol Oates, Kiese Laymon, Edwidge Danticat, Ru Freeman e Natalie Diaz.

Rebecca Solnit dà il via a tutti loro con la storia di Alex Nieto, guardia giurata ventottenn­e, ucciso dalla polizia nello stesso quartiere di San Francisco in cui era nato e cresciuto. Chi quel giorno ha chiamato la polizia non avrebbe fatto fatica a sapere che il ragazzo non era pericoloso, se non si fosse trasferito in quella zona a causa della intensa gentrifica­zione. Ru Freeman scrive di tate e governanti che gravitano nell’orbita delle famiglie per cui lavorano senza godere degli stessi benefici. Chris Offutt, abitante della regione degli Appalachi, riconosce che se insiste a comportars­i da bianco povero «comprando le cose nei mercatini dell’usato e mangiando il cefalo» si guadagna l’epiteto di trash (spazzatura) «e in un certo senso me lo merito pure».

A darci speranza c’è Julia Alvarez con il resoconto della notte trascorsa all’aeroporto di Atlanta, quando a tutti è bastato condivider­e l’esperienza di rimanere bloccati nello stesso spazio per aiutarsi a trovare un posto dove dormire e condivider­e cibo e coperte. Ann Patchett conclude il volume con la storia di un prete di Nashville che ha vissuto nel nome della solidariet­à. La diseguagli­anza economica è una ragnatela complessa di decenni di sfruttamen­ti, pregiudizi e sistemi di oppression­e intrecciat­i.

Racconti di due Americhe è stato pubblicato negli Stati Uniti poco dopo l’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, ma gli ultimi 5 anni non hanno aiutato nessuno a trovare una via d’uscita. Questo libro è un’armonia corale che aiuta a capire quanto e come le moltitudin­i d’America siano unite e divise.

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JOHN FREEMAN (a cura di) Racconti di due Americhe. Storie di disuguagli­anza in una nazione divisa Traduzione di Federica Aceto MONDADORI Pagine 444, € 22
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