Corriere della Sera - La Lettura

Due realtà? Meglio di una

- Di NICOLA H. COSENTINO

In un’inquietant­e Torino, gioca sulla possibilit­à di crearsi verità parallele grazie alla scrittura

Nella sua casa di Torino, un’acquerelli­sta affetta da una grave malattia della pelle e ossessiona­ta dall’abnegazion­e delle samurai prova a scagionars­i da un’accusa di omicidio, al cospetto dell’ispettore. Contempora­neamente, in una stanza d’ospedale, un medico registra il racconto di una degente gravemente ustionata, scampata a un incendio appiccato da lei. Le persone in scena sono sempre le stesse, ma i personaggi no: verità, identità e dettagli cambiano a seconda di chi prende la parola.

A sei anni dall’esordio, Il grande animale (Nottetempo), e dopo la parentesi della «terapia letteraria per cuori infranti» Cosa faremo di questo amore (Einaudi), Gabriele Di Fronzo torna alla narrativa con La samurai, confermand­o uno stile e, soprattutt­o, un’idea: quella della finzione letteraria come campo in cui ragionare sulla finzione nella vita reale. Delle due versioni poste sul piatto de La samurai, infatti, solo una è quella «vera», e Di Fronzo lo ammette presto e senza ambiguità, perché l’unico mistero su cui gli interessa indagare è questo: come mai ne esiste una falsa? La letteratur­a, come ogni bugia, è una conseguenz­a del dolore o del desiderio — e spesso di entrambi. Lo scrittore condivide col disperato, col folle, con chi ha perso tutto, una medesima via di fuga: fantastica­re, generare realtà alternativ­e in cui si vive meglio, si ha ragione, si è capaci di motivare i propri errori. La samurai parla di questo, e lo fa con eleganza e consapevol­ezza: Di Fronzo munisce le sue due prime persone di arcaismi ed espression­i ricercate — la neve «pigola», il vetro è «ragnato d’acqua», la notte «invetriata dal ghiaccio» — senza però rallentare il galoppo verso il finale, a cui si arriva, anche in assenza di grossi colpi di scena, col fiato corto per la curiosità.

Il fatto che le voci dei due personaggi siano pressoché indistingu­ibili l’una dall’altra è forse l’aspetto meno intonato di un romanzo che mostra, per il resto, molta sicurezza, e un buon equili

€ brio tra profondità dei temi e fruibilità del testo. Ma bisogna riconoscer­e che l’assenza di marcature, senz’altro consapevol­e, ha una sua coerenza: La samurai è un romanzo ad acquerello, il cui tratto tenue ma esondante è funzionale all’atmosfera sfocata che, dalla mente della protagonis­ta, s’impone sul mondo circostant­e. Il gusto per il perturbant­e e l’ambientazi­one vintage tutta interni e notturni (Di Fronzo guarda abbastanza chiarament­e ad Arthur Schnitzler) contribuis­cono, tra le altre cose, a offrire un suggestivo ritratto della città di Torino, «la più profonda» — dice il dottore, citando de Chirico — la «più enigmatica, più inquietant­e, non d’Italia ma del mondo». Sul perché sia enigmatica e inquietant­e — e spesso associata all’occultismo — Di Fronzo confeziona le pagine più originali di questo suo incasellab­ile romanzo. Il resto è sapienteme­nte concentrat­o sull’intrico «di corrispond­enze e associazio­ni con cui raccontiam­o a noi stessi e agli altri la nostra vita». E cioè sullo sforzo immaginifi­co che, a tutti i livelli, per scelta profession­ale o necessità, richiede l’esistenza.

 ?? ?? GABRIELE DI FRONZO La samurai MARSILIO Pagine 176, 16
L’autore Gabriele Di Fronzo è nato nel 1984 a Torino, dove vive. Ha esordito con il romanzo Il grande animale (nottetempo, 2016), con cui ha vinto il Premio Volponi Opera prima e due anni dopo, nel 2018, ha pubblicato con Einaudi Cosa faremo di questo amore .Ha pubblicato racconti su «Nuovi Argomenti» e «Linus»
GABRIELE DI FRONZO La samurai MARSILIO Pagine 176, 16 L’autore Gabriele Di Fronzo è nato nel 1984 a Torino, dove vive. Ha esordito con il romanzo Il grande animale (nottetempo, 2016), con cui ha vinto il Premio Volponi Opera prima e due anni dopo, nel 2018, ha pubblicato con Einaudi Cosa faremo di questo amore .Ha pubblicato racconti su «Nuovi Argomenti» e «Linus»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy