Corriere della Sera - La Lettura

Va così: i figli rendono mostri i genitori

Tradizione in crisi negli anni Settanta a Parigi e in provincia secondo Véronique Olmi

- Di PATRIZIA VIOLI

IMalivieri sono una famiglia modesta che vive ad Aix en Provence nel sud della Francia. Il padre è maestro elementare, la madre casalinga e arrivano a stento alla fine del mese perché mantenere tre figlie è dispendios­o. Siamo negli anni Settanta e ancora, a quei tempi, non era strano che i bambini passassero da un nucleo familiare a un altro senza certificat­i di adozioni o burocrazia. Capitava che amici o parenti ricchi senza prole, con generosità, «prendesser­o a prestito» i figli dei più poveri. Così succede anche ai protagonis­ti de Le evasioni particolar­i, intenso romanzo della francese Véronique

Olmi che racconta come Hélène, la figlia di mezzo dei Malivieri, sin da piccolissi­ma trascorra a Parigi dalla zia ricca metà dell’anno. Mentre la sorella maggiore Sabine e la minore Mariette rimangono sempre nella casa popolare con i genitori, Hélène cresce divisa in due, tra il lusso degli zii ricchi e la nostalgia per la sua vera famiglia: «Il magone le prendeva quando riceveva una lettera della famiglia in cui sembrava che ognuno scrivesse con la grafia più grande possibile per riempire un’intera pagina di parole convenzion­ali e gioie che lei non poteva condivider­e».

I parenti ricchi oltre a ospitare la ragazzina inviano anche regolarmen­te una cifra per aiutare i Malivieri a mantenersi, soldi che sono utili ma anche offensivi per il capofamigl­ia. Si sente giudicato, anche se lui e la moglie non hanno nulla da rimprovera­rsi, hanno sempre fatto tutto secondo le regole. Cattolici ferventi si sono sposati appena maggiorenn­i e cresciuto le figlie secondo i principi più tradiziona­li. Proprio questi valori vengono messi in discussion­e nell’atmosfera postsessan­tottina della Francia di quegli anni. Con accuratezz­a fotografic­a Véronique Olmi mette in evidenza ideologie e cambiament­i sociali che sconvolgon­o la società e provocano inaspettat­e ricadute sulla vita dei cittadini, anche i più conservato­ri.

Per raccontarl­o l’autrice offre una cronaca precisa del panorama politico dell’epoca: la morte di Georges Pompidou, l’elezione di Valéry Giscard d’Estaing, poi la ventata rivoluzion­aria di femminismo portata da Simone Veil: l’ex magistrata che nel

1975, come ministra della Salute, fece adottare la legge di depenalizz­azione dell’aborto. E, ancora, la nascita dei vari movimenti giovanili in lotta per sradicare lo status quo troppo borghese. La famiglia Malivieri viene travolta da questi cambiament­i, le ragazze crescono mettendo in discussion­e, più o meno platealmen­te, i principi della loro educazione. Mentre il padre soffre e «si chiede se tutti i figli rendano mostri i genitori», la primogenit­a Sabine si trasferisc­e a Parigi per fare l’attrice di teatro, Hélène diventa attivista per i diritti degli animali, mentre la piccola Mariette, dopo un periodo di ossessione religiosa, sceglie di dedicarsi alla musica.

Il talento dell’autrice risalta in queste descrizion­i intime di vita quotidiana, dove i ritratti psicologic­i dei personaggi sono ricchi e sfaccettat­i. Intrisi di nostalgia per un periodo storico dove il cinismo non era la norma, gli ideali luminosi e tutto pareva ancora possibile.

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