Corriere della Sera - La Lettura
C’è del marcio in Versilia Neanche l’arte è al sicuro
Terza indagine del tormentato Dario Corbo, ex giornalista di nera e protagonista della saga di Giampaolo Simi. Si parte da un triplice omicidio e da una donna falciata da un pirata della strada e ci si addentra nel mondo delle gallerie
In questa vicenda non c’è da credere «né alle favole e né ai carabinieri buoni», si legge a un certo punto di Senza dirci addio, il romanzo del viareggino Giampaolo Simi che ha come protagonista Dario Corbo, giornalista di nera, poi diventato direttore di un settimanale che ha chiuso e attualmente responsabile della comunicazione della fondazione Beckford. Nel terzo romanzo seriale dedicato alla figura di Corbo — ciclo per Sellerio inaugurato con La ragazza sbagliata (2017) e proseguito con Come una famiglia (2018) — Simi entra nel mondo dell’arte e delle sue perversioni finanziarie, con una storia di omicidi collegati tra di loro e una scoperta avvenuta proprio nel territorio della Versilia, dove il romanzo è ambientato. Un romanzo corale e fitto di trame e sottotrame.
Se — come diceva Peter Handke — «i libri gialli non hanno nulla di giallo», le vicende narrate da Simi non sono riferibili soltanto a un genere narrativo di costante successo editoriale. I 14 precedenti lavori collocano infatti l’autore in un solco letterario ben definito: quello che usa la forma del giallo per raccontare la complessità dell’animo umano. Non a caso la tenuta psicologica dei personaggi è figlia di un lavoro che va oltre le semplici necessità narrative: siamo, insomma, in una zona «battuta» da maestri come Georges Simenon e Giorgio Scerbanenco.
La storia. Diventato il braccio destro di Nora Beckford, figlia di un grande artista che è stata l’imputata di un omicidio reso celebre anche dagli articoli dello stesso Corbo, il protagonista riceve una notizia lancinante nel giorno in cui condanneranno il figlio Luca in un processo per violenza sessuale: la morte dell’ex moglie Giulia, travolta da un pirata della strada. La donna era tornata in Versilia per lavorare nella galleria d’arte Currè, a Pietrasanta, e per vivere una tormentata storia d’amore con Alessio, procuratore sportivo che aveva messo nei guai proprio il giovane Luca.
Dario Corbo, che ha compiuto 50 anni tondi tondi, promette al figlio Luca, che ha compiuto 18 anni tondi tondi, di scoprire la verità. Il ritrovamento del cadavere di Giulia avviene a Case Marsi (luogo di fantasia ma identificabile con l’area intorno al lago di Massaciuccoli), una zona non troppo distante da dove era avvenuto un triplice omicidio: il maresciallo Lamartina, andato in pensione, era stato freddato nella sua abitazione assieme alla compagna, ex ballerina di nightclub, in un tentativo di furto finito male; nella stessa notte era stato ucciso anche Elia Sani, un fiorentino che si era fermato sul ciglio della strada per chiedere che cosa stesse accadendo. La versione ufficiale, ricostruita dai carabinieri e avvalorata nel processo, viene smentita da Corbo. La pista, infatti, porta alla galleria Currè, dove lavora Bruno Weber, noto docente di archeologia, alle dipendenze della gallerista rampante (e cacciatrice di uomini) Maddalena Currè e del suo compagno Cosimo Roi, broker di Borsa. Quel che accade tocca al lettore scoprirlo. Dato non secondario: la tecnologia usata nel dipanare la trama è perfettamente in linea con i parametri investigativi attuali.
I personaggi di Simi sono forti, anche quando mostrano i lati più deboli. Rispetto agli altri due precedenti romanzi dedicati a Corbo, in questo nuovo lavoro l’autore pare voglia tratteggiare uno degli aspetti umani più difficili da raccontare: l’egoismo. Anche quando va a incrociarsi col concetto di amore.
Ogni personaggio del romanzo — a vari livelli e a varie gradazioni — a suo modo è un egoista. Per questo, forse, in Senza dirci addio si assiste a un’azione più filmica che narrativa: il paesaggio bellissimo della Versilia — pare suggerire Simi, tratteggiandolo nella sua complessità — non ha nessun reale impatto sulle azioni dell’essere umano.
Il romanzo finisce con l’annuncio di una nuova avventura per Corbo: un’avventura che si lega a questo romanzo. Anche questa scelta narrativa è una peculiarità dello scrittore viareggino.