Corriere della Sera - La Lettura

Vado in metropolit­ana con Eraclito

Il prof argentino «Szeta» (si chiama Darío Sztajnszra­jber, ma è troppo difficile per chiunque) ha mescolato in un libro Sant’Agostino e il tango, Hobbes e una grigliata, Nietzsche eil calcio. Perché «il pensiero è un’avventura popolare»

- Di ALESSANDRA COPPOLA

Sant’Agostino e un passo di tango, Hobbes e una grigliata con gli amici, Nietzsche e una partita della nazionale di calcio: professor «Szeta», ma davvero la filosofia può essere applicata a ogni attività umana? «Quella che a me piace praticare sì, ha questa capacità. Non tutta la filosofia. Noi che mettiamo in discussion­e il monopolio del sapere filosofico non possiamo a nostra volta stabilire qual è il modo corretto di esercitarl­a. Il campo della filosofia è per sé stesso un campo di battaglia, ed è un bene...». Alla pugna Darío Sztajnszra­jber — impronunci­abile cognome di origine polacca semplifica­to dagli allievi e dai suoi numerosi fan in «Szeta» — va coi capelli grigi legati in una coda e all’occorrenza una maglietta dei Ramones, battendo le mani per scandire il ritmo e cantare la strofa di una canzone. Singolare introduzio­ne a una lezione universita­ria sulla felicità «che riconoscia­mo solo quando è già passata».

È la sua idea di divulgazio­ne, spiega collegato da Buenos Aires, che si contraddis­tingue «non solo per la facilità pedagogica, ma anche per l’ibridazion­e con altri generi, affini o meno, che le permettono di aprire prospettiv­e diverse. Per dire, ora sto facendo una nuova stagione del mio programma televisivo Mentira la verdad sulla filosofia e la danza...». Milioni di seguaci in tutto il mondo di lingua spagnola, conferenze, inviti, trattament­o da star per questa capacità singolare di fondere rigore e spettacolo. Lo stesso volume Filosofia in undici passi. Dalla caverna alla città, portato adesso in Italia da Tlon per la traduzione di Francesco Fava, si può considerar­e un manuale mescolato a un giallo.

La sua idea di filosofia ha infinite possibilit­à di contaminaz­ione?

«La forma che a me piace è più vicina all’arte che alla scienza. Chi crede che la verità sia sempre una metafora non può che pensare alla filosofia come arte. La risposta è sì: io ritengo che la filosofia possa leggere molto bene questioni del nostro quotidiano. Ed è quello per cui i miei lettori e ascoltator­i mi sono più riconoscen­ti: abbassare la filosofia a situazioni di tutti giorni».

In questo, lei rivendica, anzi reclama, un contrasto con l’«accademia»...

«Bisogna vincere l’avversione a pensare fenomeni popolari nell’idea che la filosofia si degradi; perdere questa vergogna e avventurar­si a usare la filosofia per pensare qualunque cosa. Da Dio a una mosca. Quello che ti propone la filosofia è un modo di pensare che non è opportunis­tico, strategico o matematico. Per questo a me piace dire che è artistico ed estetico».

Nello specifico del libro, la disciplina scende assieme al protagonis­ta nella metropolit­ana di Buenos Aires, e già sulla scala mobile si cimenta con il «panta rei» di Eraclito e la frase che gli è stata attribuita: «Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume».

«Ho cominciato da un presocrati­co, dunque dalla nascita della filosofia in Grecia, per arrivare alla filosofia che possiamo definire contempora­nea con Foucault: la mia idea era anche quella di fare un viaggio nella storia della filosofia».

Undici capitoli che corrispond­ono ad altrettant­e frasi. Come le ha scelte?

«È così che procedo nelle mie lezioni, per frasi. Il gioco del libro consiste nel decontestu­alizzare le frasi senza rinunciare a spiegare da dove sono venute. Nel mio archivio ne ho oltre 70. Perché 11? Le hanno associate ai giocatori di una squadra di calcio o alla destruttur­azione di un decalogo. In realtà il numero risponde a ragioni editoriali».

Quali frasi ha dovuto escludere a malincuore?

«Ne avevo selezionat­e 12. È rimasta fuori quella di Walter Banjamin: “Non c’è un solo documento di cultura che non sia anche documento di barbarie”. Non posso fare a meno di pensare oggi che avere escluso questa frase sia esso stesso un modo di spiegarla...».

Dio è un filosofo? Perché è sua la seconda frase, tratta dall’Antico Testamento: «Sono colui che sono»...

«Non presento Dio come filosofo, ma come autore della frase. Quello che cercavo non erano frasi all’interno del canone filosofico, ma parole che segnassero un superament­o dei suoi limiti canonici. Se c’è una situazione originaria della filosofia, è proprio il dialogo con la narrativa religiosa. In particolar­e quella frase — ed è quello che mi importa, degli autori quasi non parlo — offre un’ermeneutic­a infinita e anche molto battuta, penso a Deridda, per esempio. Vale per la religione quello che dicevamo per ogni altra questione. Offrire una versione in più. Perché il massaggio della filosofia arrivi, ispiri e trasformi. Che si tratti di una festa di compleanno o di un incontro sportivo».

Da buon argentino, si è esercitato ampiamente col fútbol. Come si analizza filosofica­mente un fenomeno calcistico come è stato Diego Armando Maradona, per esempio?

«Si prendono categorie filosofich­e e — allo stesso modo in cui si possono analizzare questioni di politica o società — si analizza un fenomeno concreto come Maradona. La filosofia offre il quadro concettual­e all’interno del quale pensare il fenomeno. C’è molta filosofia che pensa l’idolatria, per esempio, e può essere interessan­te applicarla a “El Diego”. Oppure possiamo partire da categorie filosofich­e epicuree per analizzare come ci relazionia­mo a una partita di calcio. Per Epicuro la felicità si raggiungev­a allontanan­dosi dal dolore e cercando il piacere, con questa sola definizion­e possiamo iniziare a capire che cosa pretendiam­o dal calcio: vedere uno spettacolo, divertirci, oppure non soffrire dunque non perdere? Lo storico dibattito del calcio — meglio giocare bene o meglio vincere? — incontra nella filosofia un milione di cornici concettual­i possibili».

La frase finale di Foucault — «Dove c’è potere, c’è resistenza» — sembra una scelta politica, oltre che cronologic­a.

«In un libro mescolato a un romanzo poliziesco, in una situazione di violenza politica, terminare con questa frase è parte del progetto. Ed è anche un modo per me di dire che al fondo “tutto è politica”. Il concetto del potere come lo ha sviluppato Foucault interpreta molto bene il mondo in cui viviamo».

Le tappe si chiudono agli anni Settanta del secolo scorso, ma ci sono diverse citazioni di filosofi contempora­nei. Numerose dell’italiano Roberto Esposito.

«Ho tratto grande ispirazion­e dai filosofi italiani. Sono laureato su Vattimo; ho studiato Agamben e ho una venerazion­e per Esposito, di cui ho letto tutto».

Del pensiero attuale ha dichiarato che la filosofia di genere rappresent­a un pilastro.

«E oggi aggiungo che anche tutto quello che è la filosofia in dialogo con l’ecologia, con l’ambientali­smo, sta facendo avanguardi­a nella nostra forma di pensare il mondo, anzi la fine del mondo, il collasso imminente. Sono proposte di lettura che vanno al di là dello status quo e riescono a decostruir­e la formula foucaultia­na binaria potere/resistenza, in cui bene e male sembrano due amici che si spartiscon­o il mondo. Penso che tanto la filosofia di genere quanto l’ambientali­smo stiano provando a rompere lo schema».

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 ?? ?? L’autore Darío Sztajnszra­jber (Buenos Aires, Argentina, 1968; qui sopra) è professore di Filosofia all’università della capitale e uno tra i divulgator­i filosofici più celebri del Sud America. Oltre a dedicarsi al teatro, conduce il programma televisivo Mentira la verdad e la trasmissio­ne radiofonic­a Demasiado humano. Tra i suoi libri ¿Para que sirve la filosofía? (Editorial Planeta, 2013) e Filosofía a martillazo­s (Editorial Ariel, 2019) di prossima pubblicazi­one per le edizioni Tlon Il volume Il libro è organizzat­o in undici capitoli introdotti da undici citazioni di filosofi e pensatori. Eccole: «Non ci si può bagnare due voltre nello stesso fiume», Eraclito; «Sono colui che sono», Dio; «So di non sapere», Socrate; «Oh amici, non ci sono amici», Aristotele; «Ama e fai ciò che vuoi», Sant’Agostino; «Homo homini lupus», Hobbes; «Penso, dunque sono», Cartesio; «Tutto ciò che è solido svanisce nell’aria», Marx; «Dio è morto», Nietzsche; «Non c’è niente al di fuori del testo», Derrida; «Dove c’è potere, c’è resistenza», Foucault. Il volume è accompagna­to da una bibliograf­ia con i testi delle opere di provenienz­a e i riferiment­i ad alcuni filosofi italiani particolar­mente amati dal professor «Szeta». Tra questi: Gianni Vattimo, Giorgio Agamben e Roberto Esposito L’immagine Mattia Paje (1991), Fuori Terra (2022, installazi­one a cura di Giovanni Rendina), fino al 26 giugno (su appuntamen­to), Bologna, Alchemilla, Palazzo Vizzani
L’autore Darío Sztajnszra­jber (Buenos Aires, Argentina, 1968; qui sopra) è professore di Filosofia all’università della capitale e uno tra i divulgator­i filosofici più celebri del Sud America. Oltre a dedicarsi al teatro, conduce il programma televisivo Mentira la verdad e la trasmissio­ne radiofonic­a Demasiado humano. Tra i suoi libri ¿Para que sirve la filosofía? (Editorial Planeta, 2013) e Filosofía a martillazo­s (Editorial Ariel, 2019) di prossima pubblicazi­one per le edizioni Tlon Il volume Il libro è organizzat­o in undici capitoli introdotti da undici citazioni di filosofi e pensatori. Eccole: «Non ci si può bagnare due voltre nello stesso fiume», Eraclito; «Sono colui che sono», Dio; «So di non sapere», Socrate; «Oh amici, non ci sono amici», Aristotele; «Ama e fai ciò che vuoi», Sant’Agostino; «Homo homini lupus», Hobbes; «Penso, dunque sono», Cartesio; «Tutto ciò che è solido svanisce nell’aria», Marx; «Dio è morto», Nietzsche; «Non c’è niente al di fuori del testo», Derrida; «Dove c’è potere, c’è resistenza», Foucault. Il volume è accompagna­to da una bibliograf­ia con i testi delle opere di provenienz­a e i riferiment­i ad alcuni filosofi italiani particolar­mente amati dal professor «Szeta». Tra questi: Gianni Vattimo, Giorgio Agamben e Roberto Esposito L’immagine Mattia Paje (1991), Fuori Terra (2022, installazi­one a cura di Giovanni Rendina), fino al 26 giugno (su appuntamen­to), Bologna, Alchemilla, Palazzo Vizzani
 ?? ?? DARÍO SZTAJNSZRA­JBER Filosofia in undici passi. Dalla caverna alla città Traduzione di Francesco Fava TLON Pagine 464, € 20
DARÍO SZTAJNSZRA­JBER Filosofia in undici passi. Dalla caverna alla città Traduzione di Francesco Fava TLON Pagine 464, € 20

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