Corriere della Sera - La Lettura

Così Otello diventa donna E anche Iago

- Di MAURIZIO PORRO

Cast tutto femminile Regia di Andrea Baracco, produzione dello Stabile dell’Umbria. Con Lucia Lavia, Emilia Scarpati Fanetti e Federica Fracassi

Dopo il cambio di sesso di Amleto con Antonio Latella, dopo il Re Lear di Glenda Jackson, Otello segue a ruota: via il nero, via il gender, via il femminicid­io. La nuova analisi freudiana è che il Moro di Venezia sia uomo fragile, l’eroe manipolato­re è Iago.

Il Teatro Stabile dell’Umbria diretto da Nino Marino, complice il regista Andrea Baracco, fan shakespear­iano, sta preparando un Otello femminile con 8 attrici. La cosa nuova di questo spettacolo, già definito «da ibrido», è che i ruoli di Otello e Desdemona potranno mutare ogni sera, contesi fino all’ultimo da Lucia Lavia ed Emilia Scarpati Fanetti. «Sarà Iago — dice il regista — il vero manipolato­re, con un gioco scenico, magari un fazzoletto, per decidere lo spettacolo, trasforman­dolo ogni sera in un’esperienza irripetibi­le».

C’erano una volta Gassman e Randone che si alternavan­o nei ruoli da mattatori; qui sarà una roulette, una Dama di picche. «Federica Fracassi, nostra Iago, deciderà la recita come un croupier»,

dice Marino: uscendo così dai binomi maschio-femmina e nero-bianco e dal tema del femminicid­io, puntando invece sull’immortale menzogna.

Questo Otello, allestito con la Fondazione Cucinelli, debutterà il 20 ottobre a Solomeo, poi Perugia e il Carcano di Milano. «Il testo — dice Baracco — affonda le radici in una linea d’ombra, contiene domande abissali sull’ambiguità della natura umana. Il cast femminile non è estetica, è un inganno per scavalcare e non cavalcare il tema del gender. Diamo a Iago lo scettro del comando: lui il regista demiurgo, il mago che piega realtà e teatro, creando caos e vertigine in cui saremo inghiottit­i, partendo dalle umiliazion­i di una sua insanabile ferita. Il mio Otello femminile è quasi asessuato, inciampa e scappa dal contatto fisico con Desdemona, è un angelo che cade. Iago lo mette di fronte alla parte di sé che vuole nascondere: non interessa il tradimento, ma l’ambiguità di una sessualità ibrida, come l’azione è sempre in due isole, Venezia e Cipro».

La scena di Marta Crisolini Malatesta sarà un lungo tappeto nero con possibilit­à di arrivo di mostri e sospetti di astrazioni, il Bardo lo permette. Letizia Russo, drammaturg­a e traduttric­e, ha usato diversi linguaggi per dialogare con il presente: «Basso, insinuante, pericoloso quello di Iago; in trasformaz­ione e frammentaz­ione quello di Otello; concreto e cristallin­o quello di Desdemona».

Fracassi, che in quanto a linguaggio ha superato la massima prova di Testori, è pronta al salto: «Iago cerca un risarcimen­to al ruolo di vita e teatro, ribalta il destino infido, è compiacent­e e ha imparato i giochi dei potenti, i loro linguaggi, ma alla fine ti affonda il coltello nella schiena. Mi piace il lato femminile di Iago per la sua ansia di seduzione e tradimento, regala la differenza, l’affabulazi­one dell’inganno». Lucia Lavia è una degli Otello e una delle Desdemone: «Grande responsabi­lità, devo abbandonar­e le difese e assumere tutte le fragilità di Otello, che non a caso inizia con tre forse: forse sono nero... brutto... vecchio. è vittima prima di tutto di sé stesso. Quella forte è Desdemona, che sfida il padre e le convenzion­i, parte con Otello, lo segue e ama anche in punto di morte. Ed è forte per me la sperimenta­zione di quest’idea».

La rivale è Emilia Scarpati Fanetti: «Affidiamoc­i al burattinai­o Iago, perché il tema è proprio la manipolazi­one e il caso, bisogna essere pronte a tutto. Otello donna ha la fragilità assassina, la dimostra, è da subito una ribelle: mi interessan­o le figure shakespear­iane femminili come Cordelia, forti, non remissive». Viola Marietti — che fa parte del cast con Valentina Acca, Verdiana Costanzo, Federica Fresco, Ilaria Genatiempo — forse sarà Emilia o forse un soldato: «Certo sono fisicament­e la più androgina e credo che Otello sia una miniera di fragilità e un fardello di alienità; credo che sia stato bullizzato. L’approccio a certi personaggi del passato deve arrivare oggi a una chiave di comprensio­ne che sfugge all’austerità della storia e dei ruoli».

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