Corriere della Sera - La Lettura
Bernstein per Kennedy prega in forma scenica
Celebrazione, conflitto, rinascita: la Messa secondo Leonard Bernstein è un itinerario sofferto e drammatico. Ecco Mass, per la prima volta in Italia restituita alla sua originaria forma scenica grazie all’Opera di Roma che la presenta nei grandi spazi delle Terme di Caracalla (1°, 3 e 5 luglio, ore 21, operaroma.it). È un complesso lavoro del 1971, scritto su commissione di Jacqueline Kennedy in memoria del presidente ucciso. Coro, orchestra e corpo di ballo dell’Opera di Roma sono diretti da Diego Matheuz per la regia di Damiano Michieletto (sopra, il bozzetto delle scene firmate da Paolo Fantin). «Al centro ho inserito un muro— ha detto il regista — e ci sarà anche una videoproiezione con una mappa di tutti i muri costruiti nel mondo per dividere i popoli». Simbolo di «paure, pregiudizi, impossibilità di comunicare», il muro alla fine verrà distrutto. Con una musica molto eclettica, ordinarium latino e song in inglese (tra gli autori, anche Paul Simon), memorie stravinskijane e musical, Bernstein fa della Messa un percorso di fede e un vibrante appello alla pace. Dubbi e crisi investono lo street people e il Celebrante (qui il tenore Markus Werba), che arriva a gettare a terra il calice. Fino alla riconquista di una fede purificata, sulle note del Secret Song, lode intonata dalla voce bianca, tra le volute del flauto, simbolo dello Spirito Santo. (gian mario benzing)