Corriere della Sera - La Lettura

Perché piove sul bagnato? La spiegazion­e è matematica

Guido Caldarelli, fisico teorico, semplifica la complessit­à

- Di FEDERICA COLONNA

La nostra libertà è un diritto incomprimi­bile o una funzione matematica? Dipende. Alcune libertà, infatti, ci appartengo­no dalla nascita; altre dipendono dai numeri, ad esempio dagli individui del pianeta. Prendiamo il caso dei combustibi­li fossili: la nostra volontà di consumarli potrebbe essere ostacolata da persone che vivono agli antipodi del globo o persino da chi nascerà nei prossimi anni. Ne siamo consapevol­i: il mondo è un sistema complesso, dove tutto è connesso. Lo spiega Guido Caldarelli, professore di Fisica teorica a Ca’ Foscari di Venezia, nel saggio Senza uguali (Egea, pagine 160, e 18; in libreria dal 19 agosto) in cui dimostra perché nel nostro bagaglio di cittadini dovrebbero finire un po’ di grafici e di modelli matematici. Città affollate, pandemia, mercati finanziari globali, ma non solo. Anche la diffusione di fake news è sintomo della complessit­à crescente del mondo in cui viviamo. Se vogliamo renderlo più sostenibil­e e inclusivo è con questo concetto sfuggente e un po’ spaventoso che dobbiamo fare (letteralme­nte) i conti: la complessit­à.

La complessit­à, spiega Caldarelli, non è nata oggi: è un fenomeno naturale che caratteriz­za tanto gli organismi viventi — piante, animali e foreste — quanto le città. Oggi, però, è con evidenza sotto i nostri occhi. Sappiamo che un evento microscopi­co dall’altra parte del globo può produrre effetti diretti sulle nostre vite, in poco tempo. Vediamo come un incidente nella catena di distribuzi­one globale può determinar­e conseguenz­e inaspettat­e nei nostri consumi. Sperimenti­amo ogni giorno cosa significa vivere in un sistema complesso, dove un gran numero di componenti può generare comportame­nti imprevedib­ili. Non sempre, però, riusciamo a vederci chiaro. Le reti, copie semplifica­te della realtà, vengono in nostro aiuto: concetti come centralità, hub, polarizzaz­ione, relazione sono fondamenta­li per descrivere il presente e capire la società in cui siamo immersi. Graficamen­te la potremmo definire così: una rete di reti. Sembra difficile e dobbiamo di certo acquisire un vocabolari­o più tecnico. Ma in fondo non lo abbiamo già fatto durante il lockdown? Parametri come R0, il numero di riproduzio­ne di base che indica la potenziale trasmissib­ilità di una malattia infettiva, sono diventati parte del lessico condiviso. Abbiamo guardato l’andamento delle curve, comprenden­do perché e come fosse necessario appiattirl­e.

Abbiamo, in sintesi, visualizza­to la pandemia e per questo ne abbiamo colto aspetti altrimenti sfuggenti.

Con le reti possiamo fare lo stesso: visualizza­re e, quindi, capire. Possiamo comprender­e, ad esempio, perché piove sempre sul bagnato o, come dicono gli inglesi, chi è ricco diventa più ricco. Dipende dall’«Effetto San Matteo», dal brano del Vangelo secondo cui a chi ha sarà dato: nelle reti alcuni fenomeni si riproducon­o in modo cumulativo. Come nel caso della ricchezza. Oppure potremmo credere alla buona fede di Elio e le Storie Tese quando cantavano: mi ha detto mio cugino che una volta è morto. Un caso di disinforma­zione. Il grado di parentela citato, infatti, corrispond­e a un legame debole: porta informazio­ni rilevanti, difficili però da verificare data la poca prossimità. Un po’ come succede nelle fake news: non conosciamo la fonte ma fa parte della che frequentia­mo, il social network.

Insomma, Caldarelli avverte: in un mondo complesso i modelli aiutano a immaginare le evoluzioni della società per produrre su scala globale le azioni e le conseguenz­e che desideriam­o per noi e per chi verrà dopo. Per questo il vocabolari­o e le proprietà della complessit­à devono uscire dai confini della fisica quantistic­a e della matematica. O il disordine, oltre a spaventarc­i, ci confonderà.

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