Corriere della Sera - La Lettura
Medico e filosofo nato a Londra nel 1605, occupa un posto speciale ma defilato nel Ora questo (1658) mostra tutto lo splendore di una delle menti più strambe e affascinanti della
«Giardino di Ciro» canone occidentale. cultura barocca
che assumere una forma di rombo. Non importano i particolari: questa notiziola storico-botanica è una porta d’accesso, capace di grado in grado di fornire all’osservatore un principio mistico e un criterio ordinatore per rendere ragione del mondo visibile e di quello invisibile, come avvolgendo nella stessa trama la terra e il cielo. All’intelletto platonico ed ermetico di Browne non sfugge nessuno dei reconditi significati spirituali che le antiche sapienze assegnano al numero cinque. Ma il suo temperamento di scienziato e di medico lo riporta sempre all’osservazione dei più minuti fenomeni naturali.
Non sbagliava Gabriele d’Annunzio quando definiva Browne «l’investigatore». Perché se è vero che il movimento fondamentale del suo metodo di conoscenza va dal naturale al trascendente, ovvero dal materiale allo spirituale, come se il primo fosse l’involucro dal quale è destinato a emergere il secondo, rimane il fatto che solo l’osservazione minuta e precocemente sperimentale dei fenomeni di questo mondo sublunare e corruttibile indica la direzione esatta del pensiero.
Prima di separarsi definitivamente, imboccando strade talmente divaricate da far credere di non essersi mai nemmeno sfiorate, scienza e metafisica convivono nella pagina saggistica di Browne creando in noi disincantati moderni, figli della separazione e della specializzazione dei saperi, una specie di nostalgia per un pensiero ancora capace di tenere insieme il mondo decifrando i suoi simboli e legandoli in lunghissime catene analogiche.
Come se ci trovassimo di fronte a un modo di pensare che è vano voler riprodurre, ma che ci suggerisce a ogni riga la sensazione di una grande occasione perduta.
Sono proprio i libri inclassificabili e misteriosi come Il giardino di Ciro quelli che hanno il potere di riaprire la partita, ricordandoci che ogni vera scienza, procedendo dal visibile all’invisibile, è una forma di poesia.