Corriere della Sera - La Lettura
Bentornato Browne, la scienza è poesia
Tra gli scrittori supremi del canone occidentale Thomas Browne, medico e filosofo nato a Londra nel 1605, occupa un posto defilato, per palati fini, disposti ad abbandonarsi al procedere sinuoso e imprevedibile di una scrittura saggistica che è un esempio perfetto della mente barocca, come un’architettura del Borromini.
L’oggettiva difficoltà della sua prosa, stipata fino all’inverosimile di conoscenze rare e arcane, unita all’apparente bizzarria dei suoi argomenti, non lo ha destinato alla popolarità di altri giganti della letteratura, ma la lista dei suoi ammiratori è impressionante e lunga fino ai nostri giorni. Melville lo considerava «un arcangelo», Virginia Woolf definiva i suoi lettori, per pochi che fossero di numero, «il sale della terra», Borges confessò di avere provato invano a trasformarsi in «un Thomas Browne in spagnolo».
Più vicino a noi nel tempo, andrà ricordato il nostro mai troppo rimpianto Roberto Calasso, che iniziò la sua carriera con una tesi di laurea, discussa nel 1966, intitolata I geroglifici di Thomas Browne, e nel 2008 ha pubblicato nella «Biblioteca Adelphi» il capolavoro dello scrittore inglese, la Religio Medici, accompagnata da una sua lunga introduzione e da un prezioso commento di Vittoria Sanna.
Ma non si può dimenticare un altro grande prosatore contemporaneo, W. G. Sebald, che negli Anelli di Saturno
Il festival Banquet du livre d’été («Banchetto del libro d’estate») si svolgerà da venerdì 5 a venerdì 12 agosto nell’abbazia di Lagrasse, nella città omonima, a una trentina di chilometri da Carcassonne, in Linguadoca, Francia. I diversi spazi dell’abbazia (che da ottobre diventerà un istituto pubblico di cooperazione culturale) ospiteranno 52 incontri con gli autori e dibattiti, oltre a mostre e proiezioni di film. Il tema del festival è Demain, la veille («Domani, la vigilia»), e gli autori e studiosi coinvolti si incontreranno per presentare i loro libri o confrontare le loro ricerche sulla spiritualità (di diverse religioni), sulla storia, sull’attualità.
Dopo la giornata d’inaugurazione, venerdì 5, e il seminario sul Talmud del filosofo Ivan Segré, tra gli eventi di sabato 6 l’incontro con Frédéric Boyer, saggista teologico e romanziere
(Occhi neri, Clichy) e direttore editoriale dell’editore Pol; domenica 7, la conferenza dell’archeologo Jean Guilaine, specialista di preistoria francese (nato proprio a Carcassonne), e una lectio della storica Emmanuelle Tixier du Mesnil.
Mercoledì 10 arriva lo scrittore Jean Echenoz (tra i suoi libri usciti in Italia, Inviata speciale e Correre, editi da Adelphi) che dialoga con il collega Jean-Baptiste Harang e partecipa al reading serale insieme a Laurent Mauvigner (Continuare, Feltrinelli), che sarà protagonista della conferenza di giovedì 11. Nei giorni successivi: la filosofa Nadia Yala Kisukidi, il docente di filosofia araba Jean-Baptiste Brenet, lo scrittore Yves Ravey. fa largo spazio all’ombra di Thomas Browne, arrivando a riconoscere la sua pensosa, saturnina fisionomia tra gli apprendisti che assistono alla Lezione di anatomia di Rembrandt.
Storia e fede nell’abbazia
Non vorrei peccare di snobismo, ma sono sinceramente convinto che per qualunque tipo di artista questa fama tenace e duratura che passa di mano in mano come una fiaccola olimpica, non curandosi di più facili consensi (come il fiacco mito dell’«attualità»), sia la condizione ideale di sopravvivenza.
Ed è davvero una bella e inaspettata sorpresa questa nuova edizione, curata da Daniele Savino e ulteriormente arricchita da un saggio di Michele Bordoni, del Giardino di Ciro, operetta pubblicata nel 1658 e finora sconosciuta in italiano.
Si tratta di uno dei più strambi e affascinanti saggi mai concepiti da una mente barocca all’apice della sua capacità inventiva e visionaria. Browne è uno straordinario carattere di bibliomane e raccoglitore di notizie rare e peregrine. Ma era tutto il contrario di un pedante da commedia dell’arte, di un manzoniano Don Ferrante. La sua principale dote artistica consiste, come osserva esattamente Bordoni, nella «capacità di articolare frammenti e abilità citatoria» ottenendo da una sterminata congerie di notizie provenienti dalle fonti più peregrine e disparate «un corpo unico, un testo nuovo».
Come il proverbiale sassolino che scatena una valanga, il punto di partenza di Browne è una notizia di Senofonte riguardante la disposizione degli alberi nel giardino di Ciro il Giovane. Questo principe persiano faceva disporre gli alberi a gruppi di cinque, formando quella che gli autori latini definiscono una quincunx: figura che vista dall’alto è identica alla faccia del dado che presenta cinque punti, ma può an