Corriere della Sera - La Lettura
Il Piccolo Principe è noioso e triste...
Giudizio universale: Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry è «noioso, minaccioso, triste», ma i disegni sono belli. Il diario di Enrico Bottini in Cuore fa «venire i nervi», però i racconti mensili hanno dimensioni epiche. E, forse, De Amicis copiò qualcosa dalle Avventure di Tom Sawyer di Twain. La Storia Infinita di Ende è sopravvalutata (non segue dibattito). I romanzi di Madeline Miller (La canzone di Achille ecc.) «annoiano», ma prima ancora «fanno arrabbiare». Il capolavo- ro di Defoe è Moll Flanders (Robinson Crusoe è un tipaccio). L’eleganza del riccio di Muriel Barbery irrita e, in genere, i fran- cesi moderni sono acidi in modo insopportabile e non si capisce il perché. L’Iliade è il libro dei libri, però il finale va cambiato così: «Paride fu sconfitto, oh che piacere!/ Elena fu ripresa e fece il suo dovere». E va cambiato anche l’happy end di Pinocchio: il bambino in carne e ossa del fina- le è chiaramente un impostore e il povero Geppetto ci casca in pieno. Pinocchio è uno straordinario romanzo de paura, come dicono a Roma, alla Stephen King. Simenon è gran- de, ma non quello di Maigret mosso da «finalità esclusivamente commerciali» (faccio finta di non aver sentito). I Tre Moschettieri hanno un difetto: i personaggi femminili non incuriosiscono (questa no: Milady è la più irresistibile delle dark lady, potrebbe averla inventata Chandler). A proposito di personaggi femminili: La Pisana delle Confessioni d’un italiano batte Lucia Mondella 10 a 0. Però Manzoni stravince su Nievo per l’italiano (inteso come lingua). I promessi sposi, sommo e costituente romanzo, non fa innamorare (è un matrimonio di convenienza). Questa è la classifica che Bianca Pitzorno, la regina dei romanzi per ragazzi, stila in Donna con libro. Autoritratto delle mie letture, bellissimo memoir alle soglie degli ottant’anni dove, fingendo di parlare di letteratura, si racconta con piglio salgariano una vita (e una invidiabile libertà).