Corriere della Sera - La Lettura
Il respiro della campagna è come una canzone dei Nomadi
Èuno spirito di avventura fanciullesco, mosso da una genuina curiosità, quello che spinge Augusto Daolio (Novellara, Reggio Emilia, 1947-1992) a raccontare con disegni e dipinti la sua idea di natura. Fondatore e voce dei Nomadi, il gruppo musicale beat che negli anni Sessanta dà voce a una generazione irrequieta, accostando all’impegno sociale testi che parlano d’amore, Daolio trova nella pittura un’altra dimensione per esprimersi, con leggerezza. La città di Ferrara gli dedica l’antologica Augusto Daolio. Il respiro della natura, (fino all’11 settembre, comune.fe.it/marfisa) a cura di Pietro Di Natale, una selezione di 56 lavori, tra olii e chine colorate (sopra: Senza titolo, 1990), opere dalle quali emerge chiara l’urgenza dell’artista di scavare dentro di sé alla ricerca di qualcosa di profondo. Lontano dal palco mostra il suo aspetto più intimo, il suo sguardo onirico cerca la bellezza nella natura, immagina una continuità e una connessione indissolubile tra uomo e creato e regala stupore con le sue immagini delicate e surreali. (andrea fanti)
Bocca d’Arno