Corriere della Sera - La Lettura
Cina, un filo lega élite imperiale ed élite di partito
Gli atenei garantivano la selezione dei mandarini, oggi la classe dirigente comunista
Se per università si intende un’«istituzione e struttura didattica e scientifica di ordine superiore... che ha il compito di rilasciare titoli accademici e professionali giuridicamente riconosciuti» (Treccani), allora la nascita dell’università in Cina risale al 124 a.C., quando l’imperatore Wu degli Han (regnante dal 141 all’87 a.C.) istituì l’Università (o Accademia) imperiale Taixue (Insegnamento supremo). L’obiettivo era duplice: uniformare il sistema di educazione dei giovani aristocratici e rendere più razionale il processo di selezione e formazione della classe dirigente, destinata ad amministrare un apparato di governo sempre più complesso a causa della vastità dell’impero, della necessità di proteggerne militarmente i confini e di armonizzare le non poche tensioni interne che derivavano dalle marcate differenze etnico-linguistiche-culturali che caratterizzavano le popolazioni riunite sotto un unico dominio. Ebbe così inizio una modalità di reclutamento dei funzionari statali che prevedeva un sistema di esami pubblici (keju) propedeutici all’ammissione nell’apparato burocratico-amministrativo dell’impero.
L’accesso all’università avveniva attraverso una rigida selezione, condotta capillarmente sull’intero territorio nazionale. I giovani più promettenti venivano inviati nella capitale, alloggiati in apposite strutture e sollevati da ogni necessità materiale. Diversamente da quanto accadrà nelle prime università europee secoli dopo, il costo dell’istruzione superiore era interamente a carico dello Stato, dal momento che l’educazione e la formazione di una classe di civil servant qualificata erano considerate una garanzia per la stabilità sociale e per l’efficacia di un sistema di governo complesso che doveva funzionare indipendentemente dalle capacità dei sovrani che si avvicendavano al trono.
Il cursus studiorum si basava essenzialmente sull’apprendimento della cultura umanistica classica, per lo più di ispirazione confuciana, mentre veniva dato poco spazio alle discipline scientifiche ed economiche o alla speculazione metafisica e teologica. Veniva riconosciuto il valore superiore della cultura come strumento di formazione degli allievi dal momento che gli insegnamenti impartiti enfatizzavano l’importanza delle virtù morali e dettavano le regole di condotta che rendevano appropriata ogni azione del singolo e della collettività. L’intento era forgiare persone di alto profilo etico, selezionate in base al talento e ai meriti acquisiti, che fossero in grado di governare con autorevolezza, ispirandosi al senso di umanità e rettitudine prima ancora che a leggi e sanzioni. Un’educazione rigorosa stabiliva ruoli precisi e rigide gerarchie, garantendo ai funzionari una posizione di assoluta centralità nell’assetto dell’impero.
Nei primi tempi l’università dovette superare numerose difficoltà organizzative, ma già a metà del secondo secolo d.C. ospitava 30 mila studenti, distribuiti in 240 edifici e 1.850 aule. Il numero degli allievi crebbe ulteriormente nei secoli successivi e il sistema andò a mano a mano perfezionandosi, soprattutto durante la dinastia Song (960-1279), quando vennero adottati criteri di valutazione più rigidi e imparziali per contrastare il ricorso alle raccomandazioni nell’assegnazione delle cariche pubbliche, privilegiando il merito e le qualità morali del candidato. Si trattava di un apparato di dimensioni colossali in grado di decretare a cadenze regolari i vincitori degli esami provinciali, metropolitani e di palazzo in numero adeguato alle necessità dell’apparato burocratico, selezionando i migliori tra centinaia di migliaia di «studenti abilitati» che avevano superato gli esami a livello di distretto e di prefettura.
Per oltre due millenni l’educazione umanistica e la cultura sono state le basi della società, gli strumenti che hanno consentito ai giovani più dotati di affinare le proprie qualità, di accrescere le proprie conoscenze e di esprimere compiutamente le proprie potenzialità, pur sottostando a una ferrea disciplina. Compito dell’università era plasmare un’élite colta e raffinata, ancorata ai principi etici e alle virtù confuciane, che avesse acquisito una visione organica e omogenea del ruolo della famiglia, della società e dello Stato. Negli eruditi di tutta la Cina era radicata la consapevolezza di un’identità culturale comune, basata su concezioni filosofiche consolidate, e anche a chi non ricopriva cariche pubbliche venivano riconosciuti status e privilegi che spettavano ai funzionari della classe dirigente. La condivisione del patrimonio culturale tenne unito l’impero non solo nei secoli di massimo splendore, ma anche nei periodi di decadenza o di divisione e consentì alla civiltà cinese di reggere l’urto delle dominazioni straniere che governarono l’impero per circa metà della sua lunga esistenza e che subirono immancabilmente un processo più o meno marcato di sinizzazione.
Durante la dinastia Sui (581-618) l’Accademia imperiale venne rinominata Guozijian (Università o Accademia nazionale). Chiusa nel 1905, le sue funzioni vennero assorbite dall’Università imperiale della Capitale, l’attuale Beijing Daxue, università di Pechino, comunemente nota come Beida, la prima università moderna, fondata nel 1898 e distintasi per la libertà intellettuale e per avere formato molti tra i migliori pensatori della Cina.
Oggi il numero delle università cinesi, organizzate ormai sulla falsariga degli atenei occidentali, supera di gran lunga il migliaio. Molte sono considerate tra le migliori dell’Asia e occupano posizioni sempre più avanzate nei ranking di valutazione internazionale. L’accesso è estremamente selettivo, e passa per il superamento di un esame nazionale (gaokao) temutissimo dagli studenti. I più ambiziosi sperano di venire ammessi a una delle cento università più prestigiose che formano i futuri dirigenti e quadri del Partito comunista e sulle quali convergono i maggiori investimenti.
Da Taixue a Beida La nascita della prima università risale al 124 avanti Cristo, la prima istituzione moderna fu fondata nel 1898 a Pechino