Corriere della Sera - La Lettura
Due matrimoni non bastano a sapere chi sei
Sui segreti che avvolgono il passato di chiunque
Sapere realmente chi siamo dipende dalla quantità di segreti sulla nostra vita che ci vengono svelati. Se non c’è chi racconta, i nostri primordi resteranno per sempre al buio. Di questo parla l’inquietante romanzo della scrittrice israeliana Zeruya Shalev Stupore. Ed è proprio cosa stupefacente riuscire a scavare nel passato per sapere chi siamo, perché solo così saremo in grado di conoscere (prevedere) le nostre reazioni presenti e future.
Atara, la protagonista, ha ormai cinquant’anni ed è stata sposata due volte. Il primo un matrimonio sereno, senza grandi palpiti, dal quale ha avuto una figlia. Il secondo, con Alex, è stato una questione di carne. Una storia passionale con un uomo molto più grande di lei, dal quale ha avuto un figlio. È nell’assestamento che il matrimonio si è rivelato meno straordinario. Ma è stato davvero così?
Atara è la figlia di un guerrigliero che da giovane aveva amato Rachel con la quale aveva fatto la resistenza contro gli inglesi. Ma poi si era stordito, aveva perso ogni ideale e dopo averle dato un figlio l’aveva abbandonata. Sappiamo che si era poi risposato, che aveva avuto altre due figlie. Ciò che Atara sente in questo secondo matrimonio che poco riesce a decifrare, è che le manca un pezzo di vita. La cerca in Rachel, che però non mostra interesse per lei. La sfugge, perché Atara è pur sempre la figlia dell’unico uomo che ha veramente amato e l’ha delusa.
Ma ora che è morto lei la cerca, vuole sapere di quegli anni rimasti troppo a lungo oscuri. Se volesse, Rachel potrebbe dirle molte cose, ma non vuole, la tiene a distanza. Atara sa così poco di sé. Vorrebbe conoscere questa sua vita a forma di tela di ragno che sa però travestirsi da linea quasi retta: giusto qualche lieve curva, qualche bivio. Cosa è realmente la sua vita comincerà a scoprirlo con un’amara frattura: l’improvvisa morte del marito. Com’è possibile tornare a innamorarsi di un uomo dopo la sua morte? Che cosa hanno voluto dire 25 anni di matrimonio che da tanto tempo sembravano spenti a tal punto che spesso le pareva di rimpiangere il suo primo marito, quella prima famiglia sacrificata forse per nulla?
La seconda parte del romanzo è tutta sulla morte e i funerali di Alex, e su cosa diventa dopo la vita di Atara. Quell’uomo dato per scontato, che col tempo si era anche rivelato così diverso da lei, si ricristallizza ai suoi occhi come in un nuovo incanto. Che cosa avrebbe fatto lui se fosse morta lei? Forse sarebbe stato più bravo, di sicuro un padre più capace. E che cos’è questo infinito senso di colpa che si sente addosso? Com’è possibile che debba scoprire quanto sia ancora capace di amore per quell’uomo tanto fascinoso all’inizio e che poi le era parso mediocre, adatto a un mediocre amore?
Shalev maneggia con disinvoltura le traversie dell’animo umano. Le accerchia. Per questo saprà far arrivare al momento opportuno l’unica persona capace di dare ad Atara le risposte tanto attese e svelarle così quel che di lei era rimasto sempre al buio.