Corriere della Sera - La Lettura
Caccia agli angeli neri dell’evoluzione
David Quammen aveva scritto nel 2012 un libro che della pandemia indovinò tutto: questo lo sappiamo. Ora è tornato. Il suo nuovo titolo si legge come un romanzo di William Faulkner: una saga di 95 voci (alcune italiane) su questi anni di Covid. Non siamo
Prendete William Faulkner e la coralità dei suoi romanzi. Prendete di Faulkner la capacità di mostrare verità provvisorie sul mondo che emergono dai frammenti vissuti di molti personaggi e dai loro diversi punti di vista sulla realtà. Ora al posto del profondo Sud degli Stati Uniti metteteci la scienza, con le sue esplorazioni e i suoi furori. Mescolate e condite il tutto con una buona dose di Charles Darwin, cioè con uno sguardo evoluzionistico di lungo periodo sulle sofferenze umane. Il risultato finale sarà David Quammen, che su Faulkner si è formato e ora è uno dei più apprezzati scrittori di scienza.
Il suo nuovo libro, Senza respiro (Adelphi), applica la felice ricetta narrativa alla pandemia e diventa una saga di molte voci, per la precisione 95, molte femminili, intervistate online da Bozeman, Montana, e ringraziate una per una in 50 pagine di credit finali. Ce ne sono anche di italiane, ma non sono quelle che in quei mesi imperversavano su radio e tv. Sono piuttosto coloro che in quei frangenti drammatici cercavano di capire cosa diavolo fosse Sars-CoV-2, da dove fosse venuto e perché. La scienza è un’impresa corale e Quammen la trasforma in un romanzo che dal primo capitolo lascia — appunto — senza respiro. Noi sappiamo come è andata a finire la storia, eppure restiamo attaccati alle pagine che descrivono minuziosamente lo sconcerto iniziale tra dicembre 2019 e gennaio 2020, gli errori, le paure, le previsioni azzardate, lo sgomento di accorgersi settimana dopo settimana che stava diventando una gravissima epidemia planetaria.
In cerca di chiavi di lettura e di conforto, molti in quei mesi corsero a leggere
Spillover, libro che Quammen aveva pubblicato nel 2012 dopo aver seguito sul campo per anni, pestando gli scarponi nel guano di pipistrello in grotte africane e nei fluidi corporei di animali venduti nei mercati, le ricerche su Ebola, sulla Sars e su molti altri «angeli neri dell’evoluzione», i virus. Ma nel 2020 era troppo tardi per leggere Spillover. Andava preso sul serio molto prima, visto che si chiudeva con una previsione su quale sarebbe stata la successiva grande pandemia. Quammen ne elencò otto caratteristiche (un coronavirus, con molti asintomatici, da un wet market cinese, e così via). Le ha azzeccate tutte.
In Senza respiro, i primi tre capitoli annunciano la tragedia, elencando gli innumerevoli avvertimenti che erano giunti da più parti negli ultimi dieci anni, puntualmente inascoltati. La suspense cresce, il virus silenziosamente si diffonde. Si intrecciano le vite e le idee degli scienziati coinvolti. Spicca su tutti il ritratto magistrale di Tony Fauci, integerrimo gigante dal sangue freddo che deve sopravvivere contemporaneamente alla pandemia e a Donald Trump. Poi gli eventi si compiono e la saga si sposta sulle misure di contenimento e sulla ricerca di vaccini efficaci, che grazie a un enorme investimento di fondi pubblici saranno disponibili nel tempo record di nove mesi.
Quammen sa che sulle origini naturali
i L’autore
Il saggista americano David Quammen, nato nel 1948 a Cincinnati, nello Stato dell’Ohio, è famoso soprattutto per il suo libro Spillover. L’evoluzione delle pandemie (traduzione di Luigi Civalleri, Adelphi, 2014), nel quale ha previsto con straordinaria precisione gli eventi che poi si sono verificati in seguito alla diffusione mondiale del Covid-19. Pur avendo una formazione letteraria, Quammen si è dedicato sin dagli anni Ottanta alla divulgazione scientifica con pubblicazioni di grande successo. Altri suoi libri usciti nel nostro Paese: Alla ricerca del predatore alfa (traduzione di Marina Antonielli, Adelphi, 2005); L’albero intricato (traduzione di Milena Zemira Ciccimarra, Adelphi, 2020) L’immagine o artificiali del virus si consumano ancora oggi fiumi di chiacchiere social. E allora si prodiga in un esercizio metodologico esemplare. Intervista i sostenitori delle tre ipotesi: origine naturale da uno o più spillover; rilascio accidentale dal laboratorio di Wuhan; manipolazione intenzionale in laboratorio. Dopo avere ponderato dati e argomentazioni, giunge alla conclusione che l’origine naturale del virus è molto più probabile e conforme alle evidenze, mentre gli altri due scenari sono frutto più di illazioni e accuse. Quanto a complottisti e negazionisti, quelli non meritano interviste, ci insegna Quammen.
Sars-CoV-2 ha tutto l’aspetto di un’evoluzione per selezione naturale nel grande albero dei coronavirus e quanto accaduto, secondo l’autore, va letto attraverso le lenti di Darwin. I virus sono campioni di evolvibilità, mutano rapidamente, si ricombinano e si diversificano. Da miliardi di anni sanno fare benissimo il loro mestiere: proliferare usando le cellule degli ospiti (e la loro socialità) come veicolo di diffusione.
Sono sempre un po’ più avanti di noi, pachidermi multicellulari.
Geniale, nel capitolo terzo, è l’esperimento mentale in cui Quammen immagina come si sarebbe evoluto il mondo senza virus e si scopre che questi angeli neri ci fanno soffrire, certo, ma senza di loro non esisteremmo nemmeno noi.
Il libro non si limita a una ricostruzione storica. Contiene preziosi insegnamenti sul futuro. Quammen, sulla scorta di quanto raccolto nelle interviste, identifica il più grave errore che dovremmo evitare: pensare alla pandemia in termini di un’emergenza da risolvere e da dimenticare prima possibile, anziché come un rischio globale (che oggi permane inalterato) che ha profonde radici ecologiche. Otto miliardi di Homo sapiens, ammassati in città e stipati su voli intercontinentali, rappresentano un ospite perfetto per i microbi.
La distruzione dell’ambiente, il commercio illegale di animali esotici, gli allevamenti intensivi e molte altre sconsiderate azioni umane aumentano le occasioni per il salto di specie dei virus. Non ultimo, è stata una pessima idea vaccinare solo la parte ricca del mondo, lasciando che l’altra rimanga serbatoio inesauribile di varianti.
Per uscirne davvero, spiega Quammen, avremo bisogno di due strategie complementari: da un alto, sorvegliare costantemente tutti i potenziali focolai pandemici e intervenire prontamente per contenerli; dall’altro, agire in modo lungimirante per prevenire i rischi pandemici, riducendone la probabilità. Allo stato attuale, stiamo facendo qualcosa sul primo fronte, poco sul secondo, il che denota una miopia preoccupante, anche perché Quammen non si stanca di ripetere dall’inizio alla fine della sua esplorazione che siamo molto più ignoranti di quanto supponiamo. L’ultimo capitolo si intitola: Nessuno sa tutto.
La scienza naviga nell’incertezza e sfida assiduamente l’ignoto. Recenti indagini genetiche hanno rivelato che solo in Cina circolano almeno 5 mila coronavirus diversi, gran parte dei quali sconosciuti. E così emerge un’ultima domanda inevitabile, che in molti hanno posto a Quammen in persona durante il suo recente e affollatissimo tour di presentazione del libro in Italia: quando ci sarà la prossima pandemia? Lui, pazientemente, con il suo fare mite da cowboy liberal ,siè sottratto a ogni profezia da Cassandra. Ma sotto i baffi ha suggerito di tenere d’occhio i batteri resistenti agli antibiotici e i virus dell’aviaria, angeli neri dell’evoluzione sempre pronti a regalare spiacevoli sorprese.
La scienza naviga nell’incertezza e sfida l’ignoto. Recenti indagini genetiche hanno rivelato che soltanto in Cina circolano almeno cinquemila coronavirus diversi, gran parte dei quali sconosciuti. Quammen suggerisce soprattutto di tenere d’occhio i batteri resistenti agli antibiotici ei virus dell’aviaria