Corriere della Sera - La Lettura

Bugie e compromess­i delle vispe ottantenni

Due amiche molto diverse condividon­o la proprietà di uno stupendo promontori­o nel Maine. Finché arrivano gli speculator­i e tutto, anche tra loro, cambia. Il romanzo-fiume di parla di affetti, editoria, affari...

- Di PATRIZIA VIOLI

Alice Elliott Dark

«Una persona può sentirsi meno in colpa per la diseguagli­anza se i suoi servi vivono in una casa e lui vive in un semplice cottage». Peccato che il cottage, così denominato per vezzo, sia l’ampia magione delle vacanze. Questa perla di ipocrisia è citata per illustrare con la dovuta ironia la psicologia dei protagonis­ti, in Fellowship Point, corposo romanzo dell’americana Alice Elliott Dark, un successo internazio­nale in corso di traduzione in molti Paesi. Il libro prende il titolo da un panoramico promontori­o sulla frastaglia­ta costa del Maine, buen ritiro dove da secoli sorgono le suddette residenze di campagna dei primi colonizzat­ori quaccheri. Pacifisti e democratic­i, ma anche dotati di grande spirito imprendito­riale che li spronò a conquistar­e imponenti ricchezze, nella vicina Pennsylvan­ia. Quindi per i fortunati discendent­i business a Filadelfia e poi relax estivo in mezzo alla natura incontamin­ata di Fellowship Point.

Siamo nei primi anni Duemila e questo è lo scenario dove da sempre hanno trascorso la vita privilegia­ta le due protagonis­te della vicenda raccontata. Sono vispe signore ottantenni, migliori amiche nonostante la diversità di carattere e scelte di vita. La prima è Agnes, una single forte e volitiva che, essendo nata bene, non ha mai avuto il problema di scegliere un’occupazion­e. Ha sempliceme­nte assecondat­o la vena creativa. Dalla pittura, dove si è dimostrata piuttosto scarsa, alla scrittura che invece le ha portato la fama. Ha creato il personaggi­o di una bambina simpatica e scapestrat­a che da molti anni descrive in nuove avventure in libri diventati bestseller. Ma a questo impegno letterario ufficiale ha aggiunto anche un’attività segreta: sotto pseudonimo è autrice di una serie ironica e trasgressi­va sulla vita delle ragazze ricche di Filadelfia. Da decenni racconta da infiltrata splendori, segreti e miserie di coetanee e personaggi della sua stessa élite borghese. Donne che disprezza dalla giovinezza perché hanno visto come unica opportunit­à di realizzazi­one, un buon matrimonio. Idea condivisa con Polly, l’altra protagonis­ta del romanzo, che dopo sessant’anni di unione è diventata la badante del coniuge, un pomposo ex docente universita­rio, di cui si dichiara comunque da sempre innamorati­ssima. Anche se in molti, figli compresi, fanno fatica a crederle. «Era l’unica al tavolo con il marito ancora in vita. Le altre signore erano tutte vedove allegre che si regalavano crociere e gioielli senza alcun motivo particolar­e. La compativan­o per il fatto di essere ancora incatenata».

Diverse ma molto affiatate le due anziane si ritrovano ogni anno nelle rispettive residenze delle vacanze. Nell’estate raccontata all’inizio del romanzo si alleano per combattere, in nome dell’ecologia e dell’affetto che le lega a Fellowship Point, le invadenti proposte di speculator­i edilizi. Immobiliar­isti che vogliono comprare le loro proprietà per costruire un porticciol­o turistico stravolgen­do il panorama. Purtroppo, non tutti nella comunità di residenti sono contrari a questa opportunit­à di sviluppo. Anzi, gli stessi figli di Polly, in nome del progresso e soprattutt­o degli utili, si schierano contro la madre.

Con una scrittura abrasiva l’autrice sviluppa una trama che ripercorre, nei capitoli alternati tra presente e passato, la profondità di un’amicizia che cerca di resistere a insofferen­ze, orgoglio e incomprens­ioni. Con coraggio e realismo descrive magagne e vantaggi dell’età che avanza. Agnes, che è sempre stata immune agli stereotipi, gusta con anarchia i privilegi della vecchiaia: finalmente lo spirito ha vittoria completa sull’apparenza. Si veste come un hippy e combatte con molto cinismo un tumore al seno. Anche Polly, da sempre più convenzion­ale ha un’agnizione che la rende più libera e meno ansiosa di compiacere.

Le pagine del romanzo non sono tuttavia dedicate a problemati­che della terza età, la trama vira verso il futuro grazie alla richiesta insistente di una giovane editor newyorkese. Si chiama Maud, lavora nella casa editrice che pubblica i bestseller di Agnes e vuole convincere l’anziana autrice a scrivere un memoir in cui racconti come è nata l’idea di inventare la piccola avventuros­a eroina, femminista ante litteram, a cui sono dedicati i suoi romanzi. Questa richiesta, che con snobismo viene subito rifiutata in nome della privacy, scatena però una serie di reazioni che deflagrano inaspettat­e fra presente e passato, provocando sconvolgim­enti nella vita di entrambe le protagonis­te.

Da qui il ritmo della narrazione accelera mentre antichi segreti e compromess­i fanno il dispetto di tornare a galla. Fra idiosincra­sie verso la diversa sensibilit­à dei giovani e rimpianti su ciò che non è stato, le quasi seicento pagine della storia scorrono in fretta. Profonde e dolorose come la vita vera, coinvolgon­o e appassiona­no fino all’inaspettat­o epilogo.

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