Corriere della Sera - La Lettura
Le mogli dei calciatori litigano. Che show
Pubblico e critica promuovono la pièce ispirata al caso delle signore Vardy e Rooney
Un palcoscenico che ricorda un campo da calcio e un’aula di tribunale, due donne, un giudice, due mariti calciatori, una squadra di telecronisti che spiega i cavilli legali come fossero le regole del fuorigioco. Dopo avere affascinato il Paese, il processo tra Coleen Rooney e Rebekah Vardy arriva in teatro. Era stato soprannominato il caso di «Wagatha Christie» per le tecniche da investigatrice utilizzate da Rooney per scoprire chi tra le amiche l’avesse tradita: ora, a un anno di distanza dai fatti, la vicenda oltre a essere un salatissimo duello tra Wags (acronimo che sta per wives and girlfriends, mogli e compagne dei calciatori), acquista un’altra dimensione. Cosa sono al giorno d’oggi il potere, la privacy e la celebrità? Qual è il ruolo dei social? Perché è stato così importante rivolgersi all’Alta corte quando in ballo c’era una manciata di parole e immagini?
Se i critici britannici hanno promosso quasi all’unanimità Vardy V Rooney è anche perché nelle mani capaci della sceneggiatrice Liv Hennessy e della regista Lisa Spirling, la pièce offre, al ritmo serrato di una commedia, uno spunto di riflessione: il pubblico ride, partecipa e infine ammutolisce di fronte agli insulti e alle minacce rivolte (nella realtà) alle due donne, cattiverie che non è possibile giustificare o, in parte, dimenticare. Ogni parola pronunciata dagli attori è stata realmente detta dei protagonisti durante il processo: il dialogo è tratto degli scambi in aula.
Grazie anche alle ottime recensioni, i biglietti nel West End vanno a ruba mentre, da maggio, lo spettacolo (nella foto una scena) andrà in tour. Se all’Alta corte Vardy aveva perso e deve ancora più di un milione di sterline all’ex amicarivale come risarcimento delle spese legali, la pièce in scena all’Ambassadors Theatre è una mezza riscossa.