Corriere della Sera - La Lettura

Ci sono un Falstaff XXL e miss Eva Robin’s

«Le allegre comari di Windsor». Parla il regista Andrea Chiodi

- Di MAURIZIO PORRO

Dietro insistenza della divertita regina Elisabetta I (« more more Falstaff», gli scrisse), tra il 1599 e il 1601 Shakespear­e riprese il personaggi­o large e buffo di Falstaff dell’Enrico IV nella commedia Le allegre comari di Windsor, già recitata in passato da Gino Cervi e Tino Buazzelli, che Andrea Chiodi rimette in scena, nell’adattament­o di Angela Demattè, il 13 luglio per il festival al Teatro romano di Verona, portandolo poi a Padova in luglio e a Venezia a Natale, proseguend­o così la collaboraz­ione con il Teatro Stabile del Veneto. La rassegna celebra i 75 anni dell’Estate Teatrale Veronese e del festival shakespear­iano, unico in Italia. Dal 20 giugno al 13 settembre Verona propone 14 prime nazionali e 7 coproduzio­ni, con 48 serate dal vivo.

Ecco dunque lo squattrina­to Falstaff e le due ricche signore che ricevono lettere d’amore: «Due tardone — dice il regista — in un incastro di equivoci in cui uso un Falstaff giovane più di tutti, tenendo presente un mondo borghese da country club, un po’ ricco brianzolo. Ma dove alla fine i rapporti sono violenti e Falstaff sarà cornuto e mazziato, massacrato dalle donimporta­nte, ne e dai loro mariti, fra cui Angelo Di Genio». In scena anche Eva Robin’s che sarà miss Quickly, ruolo che abbiamo unito a quello dell’oste per una sotterrane­a idea gender che non scandalizz­a nessuno. Qualcuno si chiederà il sesso, ma non si sa e non si saprà, rimane il dubbio. Le attrici sono Francesca Porrini e Sofia Pauly, che torturano il mio giovane Falstaff. Davide Falbo è l’allievo della scuola del teatro del Veneto cui ho affidato la stazza di Falstaff. Ho fatto provini ed è arrivato un ragazzo di taglia XXL e di grande felicità espressiva, con la vera fisicità del personaggi­o. Quasi un debuttante in un ruolo bell’inizio di carriera».

È un Falstaff buffo? Un clochard della vita (nel bozzetto accanto a miss Quickly-Eva Robin’s)? «Ha due aspetti. All’ilarità quando è in relazione con gli altri segue la malinconia della solitudine: certo è schiavo anche della sua fisicità che lo penalizza allora e oggi. Ma ha anche una grande energia se è fra la gente, e allora fa il simpatico; quando però si chiude la porta cambia e si affloscia. Come sempre, immaginazi­one al potere scenografi­co. Tutto avviene in un luogo impreciso, con una grande scena tartan scozzese, come i tailleur delle donne, mentre gli uomini, compreso sir John, saranno in kilt e lui anche in canotta. Intorno, un mondo di anziani eleganti legato alla nascita di quell’ordine della giarrettie­ra citato nel testo che nasce proprio allora».

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