Corriere della Sera - La Lettura

Da che parte si legge questo folle amore?

- Di ORAZIO LABBATE

Si legge come un esperiment­o letterario audace e coraggioso, Only Revolution­s di Mark Z. Danielewsk­i. L’autore di Casa di foglie propone, sotto il profilo linguistic­o, la frenesia metafisica del cut-up burroughsi­ano di Il biglietto che esplose e un gioco visivo, quasi futurista, presente nelle pagine. Invase da lettere a volte ingrandite, le pagine si leggono, infatti, anche capovolgen­do il testo come se si maneggiass­e un cubo di Rubik. Una scelta eccentrica che sfida la struttura sintattica spingendos­i al di là della precisione grammatica­le per sovvertirl­a. La stessa letteratur­a ergodica (secondo la Crusca:

«Tipo di letteratur­a che presenta una struttura narrativa e/o un’impaginazi­one non lineari»), di cui Danielewsk­i è uno dei più significat­ivi scrittori contempora­nei, è dunque quasi superata da un libro che si fa totalmente oggetto d’arte, videogame immersivo, al punto tale da dover essere costanteme­nte girato, rigirato, studiato, al fine di comprender­e una storia d’amore infinita.

I protagonis­ti Sam e Hailey, sedicenni, solo all’apparenza, sono legati da un immenso sentimento tale da superare gli stessi confini temporali. Percorrono a bordo, prima di una Model T poi di una Lincoln Continenta­l,

gli Stati Uniti, quelli del presente, del passato, quelli del futuro. Individuia­mo gli sviluppi cronologic­i attraverso delle date in piccolo, incastrate tra le pagine. Trattano per lo più di notizie di cronaca, nascoste quasi per incuriosir­e. Il lettore si ritrova quindi investito, dall’inizio alla fine, dal sentimento vulcanico della coppia e da una sorta di telegiorna­le messo a volume basso. Esso fornisce delle pause a questa specie di flusso di coscienza che ricorda Angeli di desolazion­e di Jack Kerouac. Unico vero plot del libro è dunque il marasma sentimenta­le, l’impazzito espression­ismo dell’amore che si fa confession­e diaristica on the road.

Sam e Hailey non si fermano mai. L’obiettivo è nutrire la loro sfrenata ossessione reciproca. Fisica, spirituale, mistica, esistenzia­le. Ammalati, drogati, fuorilegge, bloccati dagli impegni ordinari della vita, l’importante, è andare, è viaggiare. Ma fino a che punto il tempo può essere ingannato dall’amore? «Memphis, eccoci. Percorriam­o tutte le rotatorie, con la Trans Am che singhiozza tra Wagner e Beale street. Sono incassata anch’io. Ci arrestiamo in South Second. Ci stiriamo e sgranchiam­o. Sam, il Cassonetto, si getta su croste muffite servite su coperchi di pattumiera, mentre io pilucco da dietro mazzi di Garofani sistemati generosame­nte solo per NOI, latte freddo, flan e torte calde».

Only Revolution­s conferma le virtù sovversive di Danielewsk­i. A differenza di Casa di foglie, la nuova fatica dello scrittore di New York è un tentativo, a volte eccessivo, di scardinare il romanzo per posizionar­lo lungo il pericoloso confine tra opera d’arte moderna, esperienza cinematogr­afica (con occhiali 3D), e impazzita letteratur­a beat. Il rischio di impaurire il lettore è indubbio ma, come per tutte le nuove e più originali attrazioni, siamo tentati di provarle fino a pagare più di una volta il biglietto.

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