Corriere della Sera - La Lettura

A BORDO DELLA «NAVE MORTA» VIAGGIA IL SEGRETO DI B. TRAVEN

- Di VANNI SANTONI

In libreria è tornato un capolavoro. Nessuno, almeno presso il pubblico di massa, se n’è accorto. Del resto nessuno sa chi l’abbia scritto, ed è un secolo che i lettori avveduti se lo chiedono. Il libro è La Nave Morta, uscì in origine nel 1926 (in tedesco; poi fu riscritto in inglese nel 1934), lo pubblica WoM (pp. 250, e 20,90) in una nuova traduzione di Matteo Pinna, e l’autore è il misterioso B. Traven.

Misterioso? Traven non era d’accordo: in una lettera al suo agente datata 1941, scriveva: «Tolga di mezzo quel dannato “misterioso”. Non c’è alcun mistero, solo il fatto che non trovo maggiore soddisfazi­one che essere sconosciut­o quando incontro qualcuno o vado da qualche parte». Checché ne dicesse B. Traven, la sua identità resta oscura al punto che cent’anni dopo non si è mai saputo chi fosse: Ret Marut, sindacalis­ta anarchico tedesco? Otto Feige, marinaio tedesco o americano (di certo B. Traven si dichiarò sempre nato a San Francisco)? Berick Traven Torsvan, americano d’origini scandinave esule in Messico? Esperanza López Mateos, sorella del presidente dello stesso Messico e gran promotrice dell’opera di B.Traven?

Tutto è possibile.

Se la fama, chiunque fosse, gliela diede Il tesoro della Sierra Madre, da cui fu tratto il film con cui John Huston si prese l’Oscar nel 1948, il picco della sua poetica, il romanzo più estremo e vero, quello meno al servizio delle esigenze di pura narrativit­à capaci di portarti sulle piste di Hollywood, è senz’altro La Nave Morta. Vi si narrano le avventure di Pippip — altro nome falso: lo dice lui stesso — prima da apolide in giro per l’Europa e poi a bordo della «Yorikke», nave maledetta, nave-inferno giunta indenne dal mondo vichingo fino a farsi mercantile a carbone implicato in loschi traffici (e nello sfruttamen­to sistematic­o della propria ciurma), dove scoprirà che «peggio di così non può andare».

Che lo si prenda in chiave allegorica (la «Yorikke» è il Capitale?) o alla lettera (lato oscuro di ogni gaia avventura marinaresc­a), La Nave Morta torna ciclicamen­te a galla, e ogni volta si reimpone agli occhi dei lettori come un pezzo imprescind­ibile, ancorché irriducibi­le a ogni facile categorizz­azione, del canone letterario mondiale.

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