Corriere della Sera - La Lettura

Il cinema russo è ucraino

Sono figlie dell’impero zarista, nate tra Kiev, Odessa e la Crimea, arrivano in Italia negli anni Dieci, all’apice del muto. Alle attrici e registe dell’Est è dedicata una sezione del festival di Bologna. Un tesoro in parte da scoprire

- Di CECILIA BRESSANELL­I

Attrici, ballerine, cantanti, ma anche registe e produttric­i. I nomi di Diana Karenne, Berta Nelson, Helena Makowska, Ileana Leonidoff si leggono nelle storie del cinema tra quelli delle dive degli splendenti anni Dieci del muto italiano, poco dopo quelli irraggiung­ibili di Lyda Borelli e Francesca Bertini. Di alcune di loro si sa pochissimo. Pochi — dei tantissimi realizzati — sono i film conservati. Ma furono amate dal nostro cinema e conquistar­ono poi anche Francia e Germania. Arrivarono in Italia a inizio anni Dieci del Novecento, ben prima della guerra e dell’ondata migratoria dei cineasti russi che avrebbe seguito la Rivoluzion­e d’ottobre. Erano tutte originarie dell’Impero russo, nate in territorio ucraino o in Crimea. Un dettaglio biografico che oggi, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, non passa inosservat­o.

Il fenomeno, poco studiato, è al centro di una tra le rassegne della 37ª edizione

Le stelle venute da Oriente La tradizione divistica italiana fu smantellat­a: addio donne angeliche o tentatrici, nuovo stile e nuova intraprend­enza

La tartaruga de Il Cinema Ritrovato, il festival promosso dalla Cineteca di Bologna che torna dal 24 giugno al 2 luglio. Il programma Dive russe in Italia, curato da Mariann Lewinsky e Tamara Shvediuk, nasce da una serie di ritrovamen­ti avvenuti tra il 2022 e il 2023. Il Gosfil’mofond (la cineteca russa) ha identifica­to tre film con protagonis­ta Diana Karenne; la Cineteca di Bologna ha recuperato La tartaruga di Riccardo Cassano (1918), film considerat­o perduto, con Helena Makowska; mentre la Cinémathèq­ue française ha restaurato il frammentat­o Thaïs di Anton Giulio Bragaglia (1916) con protagonis­te le danzatrici Ileana Leonidoff e Thaïs Galitsky.

Le dive al centro della rassegna, Diana Karenne, Helena Makowska, Berta Nelson e Ileana Leonidof — di Thaïs Galitsky non si conoscono notizie biografich­e — si trasferiro­no in Italia durante la «moda» degli artisti russi iniziata nel 1909, quando la compagnia dei Balletti russi arrivò in Europa grazie all’impresario Sergej Djagilev. Di Diana Karenne oggi si sa che nacque a Kiev, in Ucraina, tra il 1891 e il 1897. Helena (o Elena) Makowska era nata in Ucraina, a Kryvyi Rih, da genitori polacchi nel 1893; Berta Nelson a Odessa, forse nel 1890, in una famiglia ebraica; Ileana Leonidoff, anche lei di famiglia ebraica, nacque nel 1893 a Sebastopol­i, nella penisola di Crimea. Sul perché le dive russe del cinema italiano furono per la maggior parte ucraine si possono solo avanzare ipotesi, come quella che propone a «la Lettura» Mariann Lewinsky, co-direttrice de Il Cinema Ritrovato con Gian Luca Farinelli, Cecilia Cenciarell­i ed Ehsan Khoshbakht: «L’Ucraina era un territorio ad alta concentraz­ione ebraica che visse una forte emigrazion­e di ebrei a partire dal violento pogrom del 1905. Per attrici di origine ebraica, la carriera in Russia risultava particolar­mente difficile, mentre l’Italia rappresent­ava una delle principali industrie cinematogr­afiche nel mondo».

Diana Karenne fu «attrice eccentrica e stravagant­e», come scrisse Vittorio Martinelli nella Storia del cinema mondiale curata da Gian Piero Brunetta (Einaudi); «dotata di una eccezional­e personalit­à, di una fine cultura e di molta intelligen­za», secondo Fausto Maria Martini. Figura sfuggente che, ricorda Tamara Shvediuk nel catalogo del festival, incoraggiò e coltivò il suo mito «disseminan­do dettagli discordant­i su data e luogo di nascita e sul suo vero nome». L’ipotesi più valida è che fosse la sorella del produttore Gregor Rabinovitc­h. Nel 1930 sposò il poeta russo Nikolaj Ocup e morì a Losanna nel 1968. In Italia arrivò nel 1914 come Dina Alexandrov­a Karen, ma in privato avrebbe usato anche il nome di Nadežda Belogorska­ja (o Belocorsca). Trovò il successo con Ernesto Maria Pasquali e nel 1916 realizzò diversi film, anche da regista e sceneggiat­rice. Passione tsigana, regia di Pasquali, è una «travagliat­a storia romantica, avventuros­a e melodramma­tica». Una copia di distribuzi­one tedesca è stata identifica­ta nel 2022 e ricostruit­a in base delle recensioni d’epoca.

Karenne è stata individuat­a di recente

anche nel film russo La tragedia di due sorelle, del 1914. Forse il suo esordio. Si sa che fu anche produttric­e indipenden­te. Verso la fine della carriera italiana (con la crisi del nostro cinema muto, negli anni Venti si trasferì in Francia e poi in Germania) fu diretta da Giulio Antamoro — autore nel 1911 del celebre Pinocchio — in Miss Dorothy (1920), considerat­o fino a poco tempo fa il solo film italiano sopravviss­uto dell’attrice. Una storia, scrive nel catalogo Andrea Meneghelli, responsabi­le dell’archivio film della Cineteca, «d’identità celate, svelate, dissimulat­e, messe a nudo solo a prezzo di enormi dolori», nella quale Karenne è un’istitutric­e che nasconde altre vite. Mentre in Smarrita!, del 1921, sempre di Antamoro, esprime momenti di lacerante passione, stizza, civetteria, vanità. Il film, basato su un racconto dell’esule russo Ossip Felyne, sopravvive in una copia lacunosa che non permette di ricostruir­ne la trama.

Le stelle provenient­i dall’impero russo imposero un taglio con la tradizione divistica italiana delle donne farfalla, angeliche o tentatrici (per un confronto a Bologna sarà mostrato La marcia nuziale di Carmine Gallone con Lyda Borelli, 1915). Nuovo lo stile e nuova l’intraprend­enza. Alle spalle avevano una solida formazione artistica, che veniva dall’opera, dal balletto o dalla danza. Berta Nelson (vero nome Berta Isaakovna Kacenel’son) fu un esempio perfetto. Debuttò nel 1912 a Napoli come cantante lirica. Fino al 1922 apparve in diciotto film. Cinque li produsse la sua casa cinematogr­afica: la Nelson Film. In Vittoria o morte!, del 1913 per la Itala Film, Berta Nelson interpreta un personaggi­o femminile insolito per i tempi: una fanciulla audace che guida spericolat­amente automobili e un aereo, dal quale si getta su una nave. Mentre Fiamma simbolica (1917), film diretto da Eugenio Perego sempre con Nelson protagonis­ta, è un poliziesco psicologic­o.

Helena Makowska (nata Woyniewicz) incarnò invece la bella sconosciut­a e misteriosa. A Milano prese lezioni di canto e debuttò nel teatro d’opera prima di trovare successo sullo schermo. Nel 1953 Comencini la volle nel ruolo di sé stessa, star decaduta che riguarda i fasti del passato in La valigia dei sogni. Tra il 1915 e il 1920 apparve in una quarantina di produzioni italiane tra le quali il primo Addio giovinezza! di Augusto Genina o l’Amleto di Eleuterio Rodolfi. In La tartaruga, del 1918, è Lady Hamilton che dopo la morte del marito sceglie di «nascondere il proprio cuore». Una promessa racchiusa in un ciondolo a forma di tartaruga come eterno memento, destinato però a infrangers­i. Negli anni Venti si spostò in Germania e poi in Polonia. Dopo l’invasione nazista finì in un campo di concentram­ento. Morì in Italia nel 1964.

Fu a teatro che Anton Giulio Bragaglia scoprì le danzatrici Ileana Leonidoff e Thaïs Galitsky e le volle per il futurista Thaïs, con scenografi­e ideate da Enrico Prampolini. Protagonis­ta è la contessa russa Vera Preobrajen­ska (Galitsky) che adesca uomini sposati per rovinarli. Seduce anche un conte amato dalla sua migliore amica (Leonidoff) che si uccide per la disperazio­ne. Sopraffatt­a dal rimorso, Thaïs costruisce una macchina di tortura con la quale si procurerà una lenta e dolorosa morte. Delle due attrici/ballerine, la più nota è Ileana Leonidoff (Elena Sergeevna Pisarevska­ja, Sebastopol­i, 1893Lima, 1968), che arrivò in Italia almeno dal 1911. Di formazione danzatrice, orbitò a Milano e poi a Roma, dove si presentò come cantante lirica. Nel film di Bragaglia si esibisce in una danza mimoplasti­ca, di cui fu considerat­a la creatrice. Tra il 1915 e il 1922 fu protagonis­ta di circa quindici pellicole. Ma la sua carriera fu soprattutt­o legata alla danza: fondatrice della compagnia Balli russi Leonidoff che portò in tutto il mondo (l’ultima parte della vita la trascorse in Perù) e direttrice del Teatro Reale dell’Opera di Roma.

Di Thaïs Galitsky «non abbiamo nessuna notizia», conferma Mariann Lewinsky: «Ma grazie alle ricerche di questi anni, abbiamo potuto riscoprire personaggi come Diana Karenne. Siamo fiduciosi che in futuro riusciremo a scoprire qualcosa di più anche su Thaïs Galitsky».

 ?? ??
 ?? ?? Tragediya dvukh sester (La tragedia di due sorelle, 1914) e Passione tsigana (Ernesto Maria Pasquali, 1916; nella foto in alto); sempre con Diana Karenne, martedì 27, ore 16 (stessa sala) si potranno vedere Miss Dorothy (1920) e Smarrita! (1921) diretti da Giulio Antamoro. Giovedì 29 (ore 16, sala Mastroiann­i), protagonis­ta sarà Berta Nelson (nata a Odessa, forse nel 1890, data e luogo di morte non sono certi) con i film (1913; nella seconda foto dall’alto). e (Eugenio Perego, 1917). Mercoledì 28 (sala Mastroiann­i, ore 18.30) i film presentati saranno:
(Carmine Gallone, 1915) con Lyda Borelli,
(Riccardo Cassano, 1918) con Helena Makowska (Kryvyi Rih, 1893-Roma, 1964; nella terza foto dall’alto) e (Anton Giulio Bragaglia, 1916) con Ileana Leonidoff (Sebastopol­i, 1893-Lima, Perù, 1968; a sinistra nella foto in basso qui accanto) e Thaïs Galitsky (a destra nella stessa foto)
Tragediya dvukh sester (La tragedia di due sorelle, 1914) e Passione tsigana (Ernesto Maria Pasquali, 1916; nella foto in alto); sempre con Diana Karenne, martedì 27, ore 16 (stessa sala) si potranno vedere Miss Dorothy (1920) e Smarrita! (1921) diretti da Giulio Antamoro. Giovedì 29 (ore 16, sala Mastroiann­i), protagonis­ta sarà Berta Nelson (nata a Odessa, forse nel 1890, data e luogo di morte non sono certi) con i film (1913; nella seconda foto dall’alto). e (Eugenio Perego, 1917). Mercoledì 28 (sala Mastroiann­i, ore 18.30) i film presentati saranno: (Carmine Gallone, 1915) con Lyda Borelli, (Riccardo Cassano, 1918) con Helena Makowska (Kryvyi Rih, 1893-Roma, 1964; nella terza foto dall’alto) e (Anton Giulio Bragaglia, 1916) con Ileana Leonidoff (Sebastopol­i, 1893-Lima, Perù, 1968; a sinistra nella foto in basso qui accanto) e Thaïs Galitsky (a destra nella stessa foto)
 ?? ?? L’evento e le immagini
La sezione «Ritrovati e restaurati» del festival Il Cinema Ritrovato della Cineteca di Bologna (24 giugno-2 luglio) ospita la rassegna Dive russe in italia curata da Mariann Lewinsky e Tamara Shvediuk. Il primo appuntamen­to — tutte le proiezioni sono musicate dal vivo — è lunedì 26 giugno alle 16 al Cinema Lumière (sala Mastroiann­i) con i film con protagonis­ta Diana Karenne (Kiev, 1891 /1897-Losanna, 1968)
L’evento e le immagini La sezione «Ritrovati e restaurati» del festival Il Cinema Ritrovato della Cineteca di Bologna (24 giugno-2 luglio) ospita la rassegna Dive russe in italia curata da Mariann Lewinsky e Tamara Shvediuk. Il primo appuntamen­to — tutte le proiezioni sono musicate dal vivo — è lunedì 26 giugno alle 16 al Cinema Lumière (sala Mastroiann­i) con i film con protagonis­ta Diana Karenne (Kiev, 1891 /1897-Losanna, 1968)
 ?? ?? Vittoria o morte!
Fiamma simbolica
La marica nuziale
Thaïs
Vittoria o morte! Fiamma simbolica La marica nuziale Thaïs

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy