Corriere della Sera - La Lettura
La vertigine dei tempi nel mondo dei comics
Dedicata alla saggistica a Fano dal 21 al 25 giugno
Fino all’orlo di quale precipizio può condurti un libro? Non sempre abbiamo il bisogno di cercare tra le pagine la limpidezza di una risposta. Lasciarsi andare al dubbio, cadere nel vuoto di altre domande, nuotare in uno spazio che è anche incertezza. È così che quest’anno Passaggi Festival della saggistica vuole celebrare il libro e la lettura, mettendo il lettore di fronte a una prospettiva più «scomoda». Si intitola Chiedi alla vertigine il tema dell’XI rassegna che si tiene a Fano (provincia di Pesaro e Urbino; info su passaggifestival.it; gli eventi sono gratuiti) da mercoledì 21 a domenica 25 giugno.
La manifestazione è cresciuta sempre di più dai suoi esordi nel 2013 — il nome è un omaggio a Passaggi, saggio di Vittorio Foa (1910-2008) pubblicato nel 2000 da Einaudi — ed è arrivato a contare una presenza giornaliera di circa 10 mila persone. Un pubblico vario per fascia di età, che nei 5 giorni della kermesse (promossa dall’Associazione Passaggi Cultura, con il patrocinio del ministero della Cultura, il Cepell-Centro per il Libro e la Lettura, l’Aie-Associazione italiana editori e l’Università di Camerino) riempiono le piazze e il centro storico di Fano, compreso il lungomare,
dove gli eventi si susseguono dalla mattina fino a tarda sera (a mezzanotte gli ultimi incontri) in una sorta di grande scambio di parole e pensieri diffuso in tutto il Comune.
Declinato in 16 rassegne di libri, il cuore del festival (presieduto da Nando dalla Chiesa e diretto da Giovanni Belfiori) è la saggistica con Libri in piazza, che ospita i grandi nomi. Quest’anno, tra i tanti, sono attesi la giornalista Lucia Annunziata il 22 (a cui andrà il premio giornalistico Andrea Barbato); il 23 lo scrittore e sociologo Nando dalla Chiesa, presentato dalla cantante Gigliola Cinquetti; sempre il 23, lo scrittore e studioso di letteratura russa Paolo Nori esporrà il suo monologo in una serata in collaborazione con «la
Lettura». Il 25 salirà sul palco lo storico e saggista Franco Cardini a cui va il premio Passaggi 2023. C’è poi la rassegna dedicata alla poesia Passaggi diVersi (dove sarà proclamato il vincitore dell’ottava edizione del Premio letterario internazionale «Franco Fortini»); quella di narrativa Europa/ Mediterraneo (con un focus sugli scrittori della diaspora albanese: Elvira Dones, Artur Nuraj e Bashkim Shehu). E ancora spazio per la saggistica per l’infanzia, per l’economia, i saggi di filosofia a quelli di storia dell’arte, le tecnologie digitali e la scienza. Tra i numerosi ospiti, ricordiamo ancora: Malika Ayane (a cui è stato assegnato il premio Fuori Passaggi), Sabina Guzzanti, Stefania Andreoli, Carlo Cottarelli, Antonella
Viola, Amani El Nasif, Elena Di Cioccio, Giacomo Mazzariol, Daniela Collu, Matteo B. Bianchi ed Ester Viola.
Tra le rassegne più interessanti del festival, per il sesto anno torna quella dedicata alle graphic novel, Passaggi fra le nuvole (curata da Giovanni Di Bari). Tanti gli autori di strisce ospitati a Fano; per esempio, il 21 Roberta Muci, Luisina Ilardo e Giorgia Rachel Donnan presenteranno Materia Degenere (Diabolo Edizioni), tre delle tante fumettiste che hanno preso parte al format editoriale di Diabolo, ora arrivato alla terza pubblicazione, in cui vengono raccolti cinque racconti per immagini «di genere e oltre i generi».
Il 22 toccherà poi alla fumettista tedescoamericana
Nora Krug (già autrice del premiatissimo Heimat, edito da Einaudi Stile libero nel 2019) che presenterà L’era dei tiranni. Cosa ci ha insegnato il XX secolo? (Rizzoli Lizard), volume che raccoglie venti lezioni di Timothy Snyder, da lei illustrate.
Il 23 sarà Silvia Ziche, fumettista italiana pubblicata in tutto il mondo, ad arrivare a Passaggi festival con la sua nuova opera, La Gabbia (Feltrinelli Comics), basata sul difficile rapporto tra una madre svalutante e glaciale e sua figlia (una storia ispirata al vissuto dell’autrice). Ziche, conosciuta principalmente vince tutto». Come è nata la «vostra» Isa?
«I carteggi di Isabella d’Este sono stati fondamentali: era una grafomane e le sue lettere dicono molto sul suo modo di fare, oltre che sulle vicende politiche e culturali dell’epoca e sui fatti di corte. Leggendole, il personaggio è uscito fuori da solo. Lorenzo, poi, ha avuto un’intuizione: fornire a Isa strumenti moderni, a cominciare dal cellulare. Un escamotage che ci permette di mostrare quanto fosse… avanti. In fondo, è stata un’influencer della sua epoca». Il suo stile era imitato in tutta Europa: Francesco I di Francia si fece persino inviare una bambola «vestita a la fogia che va lei». Il fumetto è in equilibrio tra Rinascimento e contemporaneità. Una scena esemplare? «Isabella sognava di essere ritratta da Leonardo da Vinci. Dunque lo tampinava, per così dire: gli ha scritto molte lettere per invitarlo a corte. Il ritratto, però, non è mai stato realizzato: c’è solo un disegno preparatorio che si suppone abbia come soggetto Isabella e che oggi si trova al Louvre. Questi sono tutti dati storici accertati. Un’altra cosa che sappiamo per certo è che lei fosse una mecenate, sì, ma anche una manipolatrice. Quando commissionava
per il personaggio di Lucrezia, il suo autoironico alter ego, insieme a Rita Petruccioli e Lorenzo Ghetti, anche loro ospiti della rassegna, è stata tra i premiati del Palmarès Ufficiale di Comicon Napoli 2023.
Ad accompagnare il pubblico in un viaggio in Iran sarà poi Majid Bita, che il 24 salirà sul palco con il suo Nato in Iran (Canicola), fumetto ambientato a Teheran e basato su una storia familiare che si intreccia con quella collettiva del Paese. L’autore, in Italia dal 2014, oggi vive e lavora a Bologna.
Sempre il 24 Maicol & Mirco (pseudonimo di Michael Rocchetti) incontrerà il pubblico di Fano per raccontare il suo Gli scarabocchi di Maicol & Mirco. Pfui (Bao Publishing), un progetto editoriale, giunto al sesto volume, che ha raccolto le celebri vignette rosse e nere dell’autore. E ancora: il 22 Francesco Fioretti parlerà del suo Alessandro Manzoni a fumetti (Becco Giallo Editore; il 22) e Samuele Canestrari, il 23, presenterà Urlare alla morte con la testa nel cuscino (Tricromia). All’interno della rassegna, il 24, anche la premiazione del concorso per graphic novel Una Lettura fra le nuvole, in collaborazione con «la Lettura». Vincitore di quest’anno è il ventenne Marco Ceccolini con la sua short graphic novel che abbiamo presentato nelle due pagine precedenti. un’opera, metteva bocca su tutto, dal formato alla composizione: a molti artisti, non andava giù. Abbiamo raccontato tutto questo sostituendo le lettere con le chat: mostriamo da Vinci disperato, tormentato dai messaggi di Isa. Lui, diremmo oggi, la ghosta. E lei, stizzita, gli scrive: “Ti vedo che visualizzi e non rispondi”. Così abbiamo reso contemporaneo un episodio che dice molto di entrambi».
Si è affezionata al personaggio di Isa?
«Sì. Da un certo punto di vista, poi, disegnarla è… un sollievo. In questo momento c’è una grande ondata di eroine, per superare gli stereotipi proposti finora, soprattutto nella letteratura per ragazzi. Ma c’è uno stereotipo ancora da infrangere: un personaggio femminile emancipato, sì, ma anche sbagliato». Perché sbagliato?
«Isa ha sempre il cellulare in mano, ad esempio, e questo non è certo positivo! E poi, fa molte altre cose scorrette, anche gravi, come ignorare le figlie (Isabella, ossessionata dall’idea dell’erede maschio, rinunciò a crescere la primogenita, che venne affidata a una parente; la secondogenita, invece, morì mentre lei era in viaggio, ndr). Ma la riflessione su questo non è in capo al personaggio di Isa, bensì a chi legge: la nostra protagonista fa cose sgradevoli, che noi raccontiamo nella speranza che possano creare nei lettori un cortocircuito capace di farli ragionare».
Isabella scrisse che lei e la cognata Elisabetta Gonzaga erano «gagliarde», aggettivo adatto a molti suoi personaggi femminili.
«Quasi tutti i miei libri hanno al centro donne “gagliarde”, se vogliamo usare questa parola. Mi piace disegnarle, da sempre. All’inizio illustravo soprattutto libri di epica e quando veniva il momento di lavorare sui personaggi femminili forti sentivo una differenza. Nell’Eneide, per intenderci, provo più trasporto disegnando Camilla che Enea. Forse perché sono cresciuta negli anni Ottanta: allora non c’era molto spazio per personaggi femminili che rompessero le righe, l’immaginario era dominato da figure maschili. Poi in tv è arrivata Sailor Moon, che era una principessa ma anche una guerriera. A quel punto ho iniziato a disegnarla di continuo e poi sono andata avanti a fare lo stesso con altri personaggi simili: in qualche modo, sono cresciuta cercando di disegnare donne battagliere».
Ha messo la sua creatività al servizio della Casa delle Donne Lucha y Siesta di Roma, che è anche nei ringraziamenti della sua graphic novel «Ti chiamo domani». Perché?
«Per riconoscenza. Ho scoperto Lucha y Siesta quando vi ho presentato il libro per bambini di Silvia Ballestra Christine e la città delle dame, dedicato a Christine de Pizan, prima scrittrice professionista della storia. Il dialogo con le attiviste ben presto è diventato fondamentale per la mia vita. Lucha y Siesta è speciale perché è femminismo in pratica. Frequentandola, mi sono riscoperta diversa. Ho capito che ho una voce e che voglio usarla: è anche merito suo se ho trovato il coraggio di scrivere fumetti, oltre che di illustrare libri».