Corriere della Sera - La Lettura
Mille vite, una voce. L’ereditiera geniale
Basterebbe la sua vita a consegnarla alla memoria del secolo. Nata a Londra nel 1896, erede di una ricchissima famiglia di armatori, Nancy Cunard fu una delle protagoniste della prima metà del Novecento. Conobbe e intrecciò relazioni con alcuni grandi scrittori e poeti, tra cui Huxley, Eliot, Pound, Neruda. Viaggiò moltissimo, anche in Italia, e visse tra l’altro a Parigi. Fu legata a Louis Aragon e poi a un pianista afroamericano, Henry Crowder, che la avvicinò alle lotte per il riconoscimento dei diritti dei neri. Nancy fece infatti della sua esistenza un continuo esercizio di impegno pubblico: allo scoppio della guerra civile, si recò in Spagna, sostenendo la causa repubblicana. Fu in quell’occasione che conobbe Neruda, al quale assegnò la cura di una raccolta di poeti in difesa della Spagna libera. Qualche anno prima Nancy aveva animato l’avventura editoriale della Hours Press, dove pubblicò Pound e un giovane Beckett. Al di fuori di essa aveva dato alle stampe la raccolta di prose, saggi e poesie Negro Anthology, a tutela dei popoli neri. Il suo amore per l’Africa fu sconfinato. Diede il suo contributo alla resistenza nella Seconda guerra mondiale come traduttrice. Morì, ridotta all’ombra di sé stessa, nel 1965, a Parigi, spossata nel fisico e nella mente. La sua fu una vita sotto i riflettori, tra moda, battaglie civili, mondanità (si veda Lois Gordon, Nancy Cunard: Heiress, Muse, Political Idealist, Columbia University Press, 2007).
Ma Nancy fu prima di tutto autrice. Le sue poesie scelte sono ora edite anche in Italia: Parallax. Testimoniano — da Outlaws del 1921, passando per Sublunary del 1923 e imperniandosi sul poemetto Parallax del 1925 — una voce consapevole e in dialogo con i grandi sommovimenti artistici del suo tempo. Quasi all’ingresso della propria carriera di poetessa, in
Preghiera ,da Outlaws, chiede a Dio, in un paradosso, di renderla «incapace di preghiera» e poi: «Fa’ che il mio cuore/ Si rinsaldi sì da reggere il dolore,/ E che io soffra da me, senza perdite./ Che sorregga da sola il vecchio mondo/ Su spalle più possenti di Atlante».
Nancy è stata la poetessa dell’azzardo, del rischio, della vita che «sboccia contro il disastro». Siamo con questo verso dentro Parallax, titolo che allude al fenomeno di un apparente cambiamento di posizione di un oggetto dovuto a un cambiamento di posizione dell’osservatore. È il poema con cui Nancy si mette in rapporto con la