Corriere della Sera - La Lettura

Vola la viola nel cielo Amelia è libera nell’aria

- Di GIULIA ZIINO

«Una donna oltre le epoche e i tempi, coraggiosa e forte. Una di quelle che hanno cambiato il mondo». Per dare voce ad Amelia Mary Earhart — nata nel 1897 e partita dall’America profonda per diventare la prima donna a compiere in solitaria le traversate aeree dell’Atlantico (1928) e del Pacifico (1934) — l’estone Tõnu Kõrvits ha scelto la viola, «la cui anima apre e chiude il pezzo». Il compositor­e classe 1969 per raccontare la pioniera del volo — scomparsa il 2 luglio 1937, mentre tentava il giro del mondo in aereo in semi-solitaria — si è lasciato ispirare dai versi di Doris Kareva (1958), poetessa estone famosa in patria ma in Italia ancora non tradotta. Dalla sintesi tra le parole di Kareva e la musica di Kõrvits è nato The Sound of Wings, il suono delle ali, composizio­ne per coro, archi, mezzosopra­no e viola, terzo capitolo di una trilogia firmata da Kõrvits, partita nel 2017 con le Moorland Elegies, ispirate a Emily Brontë, e proseguita nel 2021 con You are Light and Morning. Sei la luce e il mattino, che traduce in musica la poesia di Cesare Pavese. Ora, tocca a The Sound of Wings, che arriva al festival MiTo in prima esecuzione italiana, il 19 settembre al Conservato­rio di Torino e il 20 a Milano, al Teatro Dal Verme. Sul palco, Marianne Pärna (contralto), Laur Eensalu (viola), la Tallin Chamber Orchestra e l’Estonian Philarmoni­c Chamber Choir. Sul podio, Risto Joost. In programma, oltre al pezzo sulla pilota Amelia, anche L’abbé Agathon, cantata di Arvo Pärt per soprano (Maria Listra), coro e archi, orchestraz­ione di Kõrvits.

Dopo la terra, evocata dai versi di Brontë, e l’acqua, da quelli di Pavese, ora è l’aria l’elemento centrale: quella che Amelia Earhart — folgorata dalla passione per l’altezza a 23 anni dopo un volo turistico di dieci minuti a Los Angeles con il padre — imparerà a dominare. Ma da cui sarà tradita nell’ultimo volo: sparima ti nel nulla nel Pacifico lei, il suo navigatore Fred Noonan e il loro bimotore. La musica di Kõrvits segue la voce dell’aviatrice come l’ha immaginata la poesia di Kareva: non una narrazione didascalic­a né biografica ma un insieme di suggestion­i (sono nove le sezioni del testo poetico, come quelle musicali) che restituisc­ono parole, pensieri, sogni dell’eroina: «Lo sai che il cielo è casa mia —/ il cielo e oltre./ Nessuno sparisce./ Solo l’orizzonte non si conosce ancora».

«Ci sono dei motivi nella musica — racconta Kõrvits a “la Lettura” — che rimandano al volo e che si ripetono nella composizio­ne, anche se con sfondi e atmosfere diverse. La viola solista evoca l’aria e il tema principale è scritto per armonici: un altro rimando al concetto del volo». Ognuna delle nove sezioni suggerisce un evento o un pensiero della vita di Amelia, ma insieme, avverte il compositor­e, le nove parti compongono una narrazione unica: «C’è la sua vita, anche la fantasia e persino, nella terza parte, l’amore e una sorta di nostalgia, qualcosa che a prima vista sembrerebb­e non essere legato alla storia di Amelia ma che invece contribuis­ce a costruirla».

Parole e musica si fondono. Il sodalizio con Doris Kareva, racconta Kõrvits, ha basi solide: «L’Estonia — scherza — ha 1,3 milioni di abitanti e le persone coinvolte nell’arte e nella cultura si conoscono tutte. La nostra collaboraz­ione è nata nel segno di Emily Brontë, quando le chiesi aiuto prima come traduttric­e per rendere in estone i versi inglesi e poi per costruire con questi una drammaturg­ia. Abbiamo lavorato insieme a diversi progetti, ormai quando collaboria­mo abbiamo bisogno di poche parole, ci capiamo: credo che chi assiste ai nostri incontri rimanga stupito dai silenzi».

Kõrvits e Kareva saranno insieme in Italia, a settembre. Versi e musica raccontera­nno alla platea del festival l’avventura di Amelia Earhart. Una storia che ha quasi un secolo, ma che ancora ci parla, dice Korvits. Per entrare nell’universo di Amelia ne ha studiato vita e imprese: «La sua figura è molto attuale. È stata tra le prime a lottare per i diritti delle donne, cento anni fa». Una pioniera, non solo nel volo, la cui fine misteriosa veste di leggenda una biografia già suggestiva: «Basta guardare il suo viso nelle foto per capirne il coraggio». Nei versi di The Sound of Wings le parole di Earhart affiorano dalle immagini: le stelle, l’acqua del mare, un faro. Oltre alla musica, c’è la voce. Quella del coro, che mescola atmosfere pionierist­iche a suoni dal sapore antico: «La musica corale — nota l’autore — in Estonia ha un background forte. La voce è probabilme­nte il primo strumento musicale che sia mai stato costruito. È bello pensare che qualcosa risuoni all’interno dell’essere umano. Quando compongo, è come se chi suona parlasse attraverso lo strumento, come se fosse la sua voce».

Il compositor­e estone Tõnu Kõrvits ha trasformat­o in una partitura l’epopea dell’aviatrice Earhart, sparita nel Pacifico. Una «prima» italiana

 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy