Corriere della Sera - La Lettura

C’erano anche i selvaggi ovviamente

Che cosa sia il respiro del mondo l’ho capito in un villaggio Pajute, l’inverno che passai lì a morire, e morire ancora, e poi a vivere. il mio fratello che dicono pazzo

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C’Come commentare tutto questo? Quei selvaggi sono nella nervatura maggiore della mia vita. Come una crepa su un muro. Avrà tremato qualche terra per generarla o è stato un dissesto casuale, frutto di una fatalità? Una volta chiesi a Joshua, erano anche i selvaggi, ovviamente. Faccio fatica a parlarne. Da noi si chiamavano Absaroka, o Makah. E c’erano sulla costa i Nootka. Non ci passava nemmeno per la testa che fossero umani. Ci volle del tempo. Erano parte dell’Intatto, del suo sperma. Come i cervi, le aquile o i lupi. Animali, li abbattevam­o. Bestie feroci, ci abbattevan­o. Ma adesso quello che devo registrare è che ho amato una sola donna, ed era cresciuta tra i Dakota. A uccidere mio padre furono due Absaroka — lo scannarono quasi con noia, andò così. Infine, che cosa sia il respiro del mondo l’ho capito in un villaggio Pajute, l’inverno che passai lì a morire, e morire ancora, e poi a vivere. Come commentare tutto questo? Quei selvaggi sono nella nervatura maggiore della mia vita. Come una crepa su un muro. Avrà tremato qualche terra per generarla o è stato un dissesto casuale, frutto di una fatalità?

Una volta chiesi a Joshua, il mio fratello che dicono pazzo.

Lo andai a trovare in prigione e gli chiesi se il caso esisteva.

Lui rimase a lungo a canticchia­re piano non so che canzone. Poi si piegò verso di me e parlò molto a bassa voce. Disse che il caso esiste, sì, ma di rado. È una variante periferica del reale. Aggiunse che quando si è vissuto abbastanza per capire, quel che si capisce è che siamo segmenti di figure più ampie. Incapaci di leggerle, vediamo accadiment­i casuali dove invece sfila il profilo di forme in cui sono scritti i nomi del mondo — immani pittogramm­i. Con una certa imprecisio­ne, molti definiscon­o quella scrittura — innata all’uomo — con la parola destino. Lo disse spalancand­o gli occhi.

Allora ho speso quel che mi rimaneva da vivere cercando il disegno di cui ero piccola parte e segmento.

È la cosa migliore che ho fatto.

 ?? ?? Le tre opere di Isgrò
A pagina 23: Emilio Isgrò, Sillogismo del cavallo, 2023, acrilico su tela montata su legno (200x320 cm), collezione privata. Qui sopra, sempre di Isgrò: Anima rationalis, 2014, acrilico su tela montata su legno (120x150 cm), collezione privata. A destra: Omnis vita, 2014, acrilico su tela montata su legno (120x150 cm), collezione privata
Le tre opere di Isgrò A pagina 23: Emilio Isgrò, Sillogismo del cavallo, 2023, acrilico su tela montata su legno (200x320 cm), collezione privata. Qui sopra, sempre di Isgrò: Anima rationalis, 2014, acrilico su tela montata su legno (120x150 cm), collezione privata. A destra: Omnis vita, 2014, acrilico su tela montata su legno (120x150 cm), collezione privata

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