Corriere della Sera - La Lettura

I Nootka da sempre cacciavano balene

Una primavera, allo sciogliers­i dei ghiacci, un fabbro che si chiamava Bill Hamerton trovò seduto davanti a casa un uomo Nootka, vestito come un bianco, e tutto questo accadeva a una cinquantin­a di miglia dalla costa. In un villaggio minerario nelle monta

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INootka da sempre cacciavano balene. Dei cavalli non gliene fregava nulla. Bisonti, meno che meno. Cacciavano balene. Una primavera, allo sciogliers­i dei ghiacci, un fabbro che si chiamava Bill Hamerton trovò seduto davanti a casa un uomo Nootka, vestito come un bianco, e tutto questo accadeva a una cinquantin­a di miglia dalla costa. In un villaggio minerario nelle montagne. Bill Hamerton gli disse di togliersi dai piedi. L’uomo Nootka sorrise, scoprendo denti insospetta­bilmente splendenti. Non si mosse. Il giorno dopo altri quattro uomini Nootka, sempre vestiti da bianchi — giacca pantaloni scarpe cappello — si potevano vedere appoggiati a un muro, o seduti sul bordo di uno scalino. Apparivano molto stanchi, ma anche fermi e inevitabil­i. Poi la moglie del reverendo Smith se ne trovò uno seduto in casa. Lo sceriffo dovette occuparsen­e. Con una certa cortesia, va detto, ma la cosa non poteva durare. Il primo a sparare fu Rogers, il cacciatore. L’uomo Nootka crollò a terra e una macchia insolitame­nte piccola di sangue si allargò sotto di lui. Molti allora spararono, ma più i Nootka cadevano più li potevi trovare in giro, la spalla appoggiata a un portico, o le chiappe stampate su uno steccato. Non parlavano mai. Morivano senza un lamento. Si notò che all’arrivo dei primi caldi, da sud, con i venti del deserto, smisero di sorridere. Ora li potevi trovare nella stanza da letto, al risveglio, in un angolo; o all’ingresso della chiesa, prima che aprisse. Ti guardavano. Ne morirono a decine e poi, davanti alle stalle di Cormack, seduta su uno sgabello, apparve la prima donna Nootka. Aveva lunghi capelli grigi, tenuti insieme da un nastro di pelle umana. Allora nelle famiglie le madri iniziarono a urlare nella notte, e i bambini a spalancare gli occhi in modo innaturale. I primi ad abbandonar­e la città furono i Preston. Misero tutta la loro roba su un carro e se ne andarono. Poi i Reynolds, e gli Stenton, e John Gwyn, poi i Marble, gli Scott e uno dei due fratelli Green, l’altro si sparò una fucilata in bocca dopo avere sgozzato la donna Nootka che trovò seduta sul suo letto. Ai primi giorni di agosto se ne andarono gli ultimi, erano i Norton.

I visi erano spettrali. Calò un grande silenzio sulla cittadina mineraria, si sentiva solo il respiro di centinaia di uomini e donne Nootka, disseminat­i ovunque, muti. Durò forse giorni. Poi le insegne iniziarono a cadere, i muri, i porticati — come smangiati da dentro. Il legno diventava polvere, forse cenere. All’affacciars­i di un’alba, nessuno ricorda quale, una donna Nootka si alzò, e lentamente si mise a camminare verso la costa. Gli altri la seguirono, lo fecero sibilando tra le labbra delle sorde melodie. Apparivano stanchi, ma fermi e inevitabil­i. Rovinò allora l’intera Main Street, quando ancora li si poteva vedere, alla spicciolat­a, posare un passo dopo l’altro sulla terra, verso il mare. Il legno marcì, il rame fu inghiottit­o, ogni vetro si sciolse, il metallo si piegava su se stesso, l’argento anneriva, l’oro sparì, la città intera scomparve allo sguardo e al sentire del cuore.

Nei tempestosi giorni estremi dell’estate, gli ultimi, i Nootka tornarono a caccia, sperando in qualche balena tardiva.

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