Corriere della Sera - La Lettura
I bambini di oggi sono nati nel 1974
Festeggeranno a Bologna i 50 anni le Edizioni EL: 9 mila titoli pubblicati, un catalogo di 1.600, sede a Trieste e una storia che risale al 1849, quando la città era austriaca. Guidano il gruppo Orietta Fatucci e la figlia Gaia Stock: «Attenzione al calo
«Il libro è vecchio, ma il bambino è sempre nuovo», diceva Roberto Denti, libraio, scrittore, illuminato pioniere della letteratura per ragazzi in Italia. Le Edizioni EL, gruppo con sede a Trieste, quella fusione tra passato e futuro la portano inscritta nel catalogo. Alla Bologna Children’s Book Fair festeggiano i loro primi cinquant’anni con una serie di iniziative, forti della candidatura al Bop (Bologna Prize for the Best Children’s Publisher of the Year), premio internazionale ai marchi, uno per continente, che si sono distinti per creatività e qualità delle scelte editoriali. L’8 aprile, giorno di apertura, si conoscerà il vincitore.
I cinquant’anni del gruppo — che oggi comprende Edizioni EL, Emme edizioni, Einaudi Ragazzi e ha in catalogo tutta l’opera di Gianni Rodari, un bestseller internazionale come Il Gruffalò, oltre ai titoli di alcuni tra i più amati autori per ragazzi, da Roberto Piumini a Francesco D’Adamo, da Bianca Pitzorno ad Angela Nanetti — iniziano nel 1974: da allora sono stati più di 9 mila i titoli pubblicati (di cui 1.600 vivi) in oltre duecento collane. Ma risalendo le radici si arriva ancora più indietro, al 1849, quando il Lloyd austriaco, importante società di navigazione e assicurazione, decide di aprire a Trieste una «Sezione Artistico- Letteraria» che, tra le tante attività, annovera la pubblicazione di libri per ragazzi.
Ripercorrere quella storia con Orietta Fatucci, da 48 anni alla guida del gruppo, da tempo affiancata dalla figlia Gaia Stock, significa osservare la nascita di un mondo, quello dell’editoria per ragazzi, allora pressoché inesistente, oggi tra i più vitali. Nel 1922 la Sezione Artistico- Letteraria viene rilevata da due soci triestini e nasce l’Editoriale Libraria che, pur continuando l’attività tipografica, si specializza nella produzione di albi per bambini. Con la guerra, la sede della tipografia-casa editrice viene occupata prima dal comando nazista, poi dagli jugoslavi. Negli anni Cinquanta la tipografia riprende, ma la casa editrice chiude e il fondo editoriale viene venduto a Le Monnier.
È solo nel 1974 che la pubblicazione di libri per ragazzi riprende come attività organica e definitiva. Orietta Fatucci arriva due anni dopo, per l ’inizio di quello che definisce «un periodo meraviglioso in cui ho avuto il privilegio di sperimentare ciò che mi passava per la testa. Fino a pochi anni prima come narrativa per ragazzi si intendeva quella edificante, moraleggiante, didattica: non esistevano quasi testi che avessero come obiettivo il piacere della lettura». A Bologna c’era già la Fiera del libro; nel 1966 Rosellina Archinto aveva fondato la sua Emme Edizioni: «Era andata negli Stati Uniti dove aveva scoperto quello che da noi non esisteva, a cominciare da illustratori come Maurice Sendak e Tomi Ungerer. Li pubblicò accanto a libri di grandi autori italiani come Leo Lionni, Iela Mari, Bruno Munari. Erano albi straordinari per qualità e originalità, molto alti, ma lei non era un’imprenditrice. Quasi contemporaneamente a noi erano nate le Nuove Edizioni Romane di Gabriella Armando che ha fatto un lavoro di nicchia molto importante. Noi avevamo il vantaggio di operare all’interno di una società che aveva una tipografia, quindi con una certa solidità. Erano nate a Milano, due anni prima, la Libreria dei Ragazzi di Roberto Denti e nel ’74 la Libreria dei Ragazzi di Torino. Ricordo la fame di informazioni e progetti di insegnanti e bibliotecari».
La storia delle Edizioni EL è fatta di incontri e sodalizi, come quello con Pierre Marchand della francese Gallimard Jeunesse («per me il più grande editore della sto
ria dei libri per ragazzi») che stampava gran parte dei testi a Trieste e con cui si stabiliscono proficue sinergie. Così la prima collana di tascabili per bambini di Gallimard, Folio Benjamin, in Italia diventa «Un libro in tasca» («Avevano la stessa qualità dell’albo però a prezzi contenuti») a cui segue Le Letture, collana di narrativa che ospita autori come Donatella Ziliotto, Roberto Piumini, Pinin Carpi e Bianca Pitzorno.
Nel 1984 l’attività della casa editrice ha ormai un peso tale che diventa una società indipendente. Le Edizioni EL si sganciano dalla società Editoriale Libraria e arrivano altri successi come il Librogame: «I ragazzi leggevano 300 pagine di un’avventura pensando di stare giocando», spiega Fatucci. Naturalmente sperimentando non si incontrano solo successi: la collana per adolescenti Ex ne. Scivolare nel tempo di Anne Brouillard, libris, per esempio «trattava temi forti come divorzio, anoressia, omosessualità, violenza. Coraggiosa, ma assai poco venduta. Il mercato non era pronto».
Nel 1991 arriva un’altra importante svolta che porta all’assetto attuale: «Giulio Einaudi mi propone di fare una società insieme. Loro avevano la collana Libri per ragazzi in cui c’erano, tra gli altri, Elsa Morante, Italo Calvino, alcuni libri di Bruno Munari, metà della produzione di Gianni Rodari, oltre a Emme che lo Struzzo aveva acquisito dopo che era passato di mano in mano. Registrai il marchio Einaudi Ragazzi. Fui subito molto chiara: se qualcuno viene a Trieste a vedere quello che faccio, me ne vado. Non si è mai visto nessuno, anche perché il bilancio giustificava che mi lasciassero tranquilla. Lo stesso è successo dopo il passaggio a Mondadori».
L’ottimismo non impedisce a Orietta Fatucci di vedere le ombre del futuro: «Non è facile, c’è grande concorrenza, con tanti piccoli editori molto bravi, che hanno slancio e passione. Dal 2017 poi la popolazione pre-scolare è diminuita del 16 per cento. Il pubblico dei lettori si assottiglia costantemente. Dalla scuola media i ragazzi non si fanno più dire come impiegare il proprio tempo, hanno computer, tablet, telefonini. Non è vero che giocano: scorrono, leggono, vanno a cercare le proprie passioni. È un apprendimento leggero e veloce. La nostra ultima collana, BookTok è fatta di storie brevi, a misura di social. Insomma facciamo i conti con tutto questo, pur tenendo alta la qualità. Ci aiuta la scuola,l’enorme lavoro sui progetti di lettura, durante tutto l’anno».
Se il linguaggio è diventato più veloce, anche la sensibilità del lettore è cambiata. Nel catalogo di Edizioni EL c’è Pik Badaluk, un albo degli anni Trenta, amato da generazioni di lettori, ora criticato per lo spirito colonialista nella rappresentazione un po’ grottesca del bambino africano protagonista, chiamato «moretto». Fatucci ne è consapevole: «Se ci arrivasse adesso ci allontaneremo con indignazione — spiega — ma ci sono generazioni che lo conoscono a memoria. Mi illudo che il lettore capisca che è la nostra storia, non sono ancora pronta a toglierlo, però ci interroghiamo a giorni alterni sull’opportunità di tenerlo a catalogo perché il razzismo è quanto di più lontano da ciò in cui crediamo. Uno dei libri più belli che abbiamo pubblicato è Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi di Daniele Aristarco. La nostra linea, anche politica, è lì dentro».