Corriere della Sera - La Lettura

RICORDA DI ESSERE UMANO

- Antonio Troiano

Lacrime e dolore. Vite cancellate. Il 26 marzo lo Yemen è entrato nel suo decimo anno di guerra. Metà della popolazion­e, oltre 18 milioni di persone, ha urgente bisogno di aiuti per sopravvive­re. In Siria sono trascorsi 13 anni dall’inizio del conflitto. Il 90% dei siriani — ci racconta il sito di Intersos, organizzaz­ione tra le più impegnate nell’assistenza umanitaria — vive al di sotto della soglia di povertà e quasi 5 milioni di persone vivono in condizioni di bisogno estremo. A Gaza, spiega Ann Marie Skelton (dell’Onu), ogni giorno almeno 10 bambini perdono uno o due arti, e ogni 24 ore perdono la vita 37 madri. In Sudan, Paese che soffre condizioni atroci, oltre 3,5 milioni di piccolini vivono in stato di malnutrizi­one acuta.

Lacrime e dolore scandiscon­o la vita di milioni di esseri umani nel mondo. Spesso senza speranza, senza una luce alla fine del tunnel. Alla domanda «che può fare la poesia in un mondo dove si costruisco­no armi per uccidere i bambini?» il poeta Allen Ginsberg dal palco della New York University (1995) rispose: «A ricordarci che siamo tutti esseri umani», e che siamo nati «per onorare la vita, non per toglierla ad altri esseri umani». La voce di Ginsberg era piena di amarezza, ma non rassegnata. Continuò a recitare versi, accompagna­to dal suo organetto, fino agli ultimi giorni della sua esistenza. E con lui gli amici della generazion­e Beat, come Gregory Corso, l’autore di Bomb, primo vero manifesto ispirato alla minaccia della bomba atomica. Spesso furono offesi, denigrati, ridicolizz­ati per il loro ostinato pacifismo. Oggi restano i loro versi, e con loro i versi di altri grandi poeti, a ricordarci che «siamo tutti esseri umani».

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