Corriere della Sera - La Lettura
Una gran mestizia con la bocca secca
Pappagalli, una babysitter escort, telefilm anni Ottanta
Dodici storie, alcune più narrative, altre più mentali, rendono ben riconoscibile l’atmosfera della nuova raccolta di racconti Cose da fare per farsi del male di Michele Orti Manara. Non è il ricorrere delle situazioni a renderlo possibile ma, come in ogni buon libro di racconti, a nostro parere, è il gioco dei rimandi simbolici e tematici interni, più o meno volontari, che intonano la raccolta. Tutte sembrano una conseguenza dell’incipit fulmineo del primo racconto Tuo padre che affoga: «Che fanno le persone quando non le stiamo guardando?». Talvolta agiscono, ma sempre pensano e il cambio di piano mentale, l’insorgere di un dubbio, lo scatto che cambia prospettiva segna molte storie. Non sempre una vicenda chiusa è al centro del racconto ma una cronaca dell’incompiuto, del momento prima di una scelta, con finali aperti che accompagnano i personaggi oltre le pagine nell’immaginazione del lettore.
Accade con il protagonista maschile, narratore in prima persona, di Acido lattico, che alterna a ricordi dell’infanzia legati al male, il presente in cui incontra una ragazza nel suo negozio di piante. Finendo a letto con lei, lui pensa: «Ed eccomi qui. Il corpo nudo di Mina sotto di me. La mia eccitazione, e l’indecisione tra il desiderio di penetrarla e quello di metterle le mani al collo». Il bivio tra positivo e negativo, tra costruire e distruggere, ricorre spesso, alimentato per i personaggi dallo scontro tra i ricordi dell’infanzia e il presente in cui vivono e, in diverse occasioni, dal desiderio. È il caso di Anna odi Quello che ti avvelena, dove un padre scopre che la babysitter dei figli, cinquantenne, è anche escort, o del riuscito Inseparabili, in cui una moglie sospetta dei tradimenti del marito prendendosi cura di due pappagalli, specchio della coppia.
I due uccelli, per altro, sono solo uno degli animali che punteggiano le vicende: una tartaruga uccisa è il simbolo della vendetta, un cane che pedina un’anziana vedova diventa il custode di un amore in La voce del lago. Se nei racconti finali l’infanzia diventa protagonista, in V con il narratore bambino ossessionato dagli alieni del telefilm Visitors (1984-85) e in Cervello di paglia con una distopia con protagonisti una principessa e un suddito, entrambi bambini, a spiccare sono due storie centrali nella raccolta. La prima è La penultima notte, racconto anni Novanta, con il narratore che ha fatto l’amore per la prima volta con Eleonora