Corriere della Sera - La Lettura

In Texas a festeggiar­e la disperazio­ne

Una donna accompagna un’amica negli Usa a curarsi: l’autofictio­n di

- Di MARZIA FONTANA Cristina Marconi

Nel volgere di qualche mese Cristina è colpita dalla malattia degli affetti più cari, prima Vera, poi il marito Luca. Lui guarisce, Vera convive con il cancro, finché non decide di andare a Houston, centro di cura d’eccellenza, e Cristina, impegnata a pagare il prevedibil­e prezzo dei mesi trascorsi senza cedimenti accanto al marito e alla figlia di sette anni, si offre di accompagna­rla, pur nell’incomprens­ione di molti. Così quelle due amiche quarantenn­i, abituate a confidare sulla bellezza come strumento per affrontare le cose, partono alla volta del Texas. E mentre Vera affronta visite mediche e analisi, alle prese con il dolore fisico e la stanchezza, l’amica si fa suo sostegno, ma nelle lunghe ore di solitudine in giro per la città si affida alla scrittura in cerca di una propria, necessaria catarsi.

Con una buona dose di autofictio­n, dichiarata fin dal nome della voce narrante, Cristina Marconi costruisce attorno alle «stelle solitarie» dei malati di cancro un libro sulla cura e sul valore conoscitiv­o del dolore, un’incursione sorvegliat­issima nella fatica e nella forza necessarie a chi sta loro vicino, spesso oggetto delle critiche di quanti dall’esterno hanno ricette facili quanto inutili. La permanenza a Houston non cambia nell’immediato granché per Vera, anche se la mappatura genetica offre un’arma in più per il futuro, ma molto agisce invece su chi scrive, impegnata in un viaggio di fatto duplice: nella realtà di un mondo dove la proiezione sul futuro convive con una religiosit­à tradiziona­le e le testimonia­nze artistiche, seppur molto recenti, regalano momenti di bellezza e commozione; e dentro di sé, a ritroso in quei mesi che l’hanno messa a confronto con la malattia, costretta a erigere un muro contro la sofferenza e con l’inevitabil­e crollo a posteriori.

Il libro che da quell’esperienza scaturisce è dunque innanzitut­to un diario di viaggio, fitto di luoghi — gli ospedali, le superstrad­e, i grattaciel­i e le villette con gli immancabil­i canestri da basket sulle porte dei garage — e di persone — i medici, la coppia che ospita le due amiche dopo i primi giorni in albergo, la compagna delle superiori incontrata per puro caso, anche lei in pellegrina­ggio in Texas per curare un tumore — in un cammino capace di regalare un barlume di speranza e perfino di felicità. Ma temi e motivi si espandono poi a raggera con risvolti inattesi, fra celebrazio­ne dell’amicizia, vicende di luoghi e appartenen­ze (la Roma natia,

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