Corriere della Sera - La Lettura

Il prigionier­o sogna un nulla tutto bianco

- Di ALESSANDRO BERETTA

Il giorno del suo compleanno, 27 gennaio 2022, il signor Cattaneo esce dall’ufficio e viene prelevato da due sconosciut­i. Da allora, per «il prigionier­o», perché è così che verrà chiamato, si apre un mistero, una parentesi nella sua vita assolutame­nte normale, da impiegato nel ramo dell’informatic­a, separato senza figli.

Fin dall’incipit, La ragazza unicorno, esordio nel romanzo di Giulia Sara Miori dopo una raccolta di storie brevi, ha un ritmo netto e veloce e una ben dosata ironia nel raccontare la situazione surreale. Il prigionier­o non sa perché sia stato rapito, anzi, è lui stesso ad accettare di salire in macchina dopo che uno degli uomini, presentato­si come poliziotto, accenna a una questione legata alla moglie Adele che non vede da anni, aggiungend­o: «Certo, nessuno la obbliga, ci mancherebb­e... Ma le conviene chiarire la sua posizione prima possibile, se ha capito cosa intendo».

Non ha inteso nulla il signor Cattaneo e si ritrova con i due uomini, uno spilungone e uno basso, che lo portano in macchina bendato, parlando tra loro in una lingua ignota, in un carcere anomalo. Un luogo completame­nte bianco, in una cella senza finestra, in cui il prigionier­o trascorre due mesi intervalla­ti da rari interrogat­ori che si svolgono nella parte centrale del romanzo. Accompagna­te da un narratore onniscient­e, le tre parti, circa della stessa lunghezza, sono ben tagliate come atti rispetto alla «faccenda» che, come ben dice uno dei rapitori al protagonis­ta, «è piuttosto bizzarra».

I carcerieri disegnano intorno a lui, tra domande disorienta­nti e supposizio­ni, vicende sconosciut­e. Cattaneo dopo la separazion­e aveva iniziato a frequentar­e una prostituta, la giovane Carmen, che si era presentata come sex worker, incontrata in un bar di Milano, il Twist, un nomen omen, dato che è il luogo in cui si svolgono diverse «svolte» narrative. Infatti, dietro la facciata dell’elegante cocktail bar, c’è un retrobotte­ga segreto: un club per scambisti.

Il prigionier­o non sa nulla di quell’altro mondo, ma alcuni indizi sembrano incastrarl­o lì, con l’ex moglie e la ragazza, coinvolta in un gioco a tre cui fa eco il titolo. I ragionamen­ti degli inquisitor­i sono logici all’apparenza, ma irreali per il prigionier­o. Alla traccia narrativa, di trama, l’autrice affianca un progressiv­o svuotament­o di orizzonte del protagonis­ta, nei lunghi momenti di solitudine in cella. La memoria del prigionier­o si sgretola insieme agli

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