Corriere della Sera - La Lettura

LA CITTADINA INGLESE IN GUERRA CON LA RUSSIA

- Da Newcastle-upon-Tyne (Regno Unito) MONICA ZORNETTA

Berwick-upon-Tweed è una graziosa cittadina del Northumber­land, nell’estremo Nordest inglese, lontana quattro chilometri dalla Scozia. Come tutti i luoghi di confine, anche l’antica Berewich, sulla foce del fiume Tweed, vanta una storia ricchissim­a di mistero, mito e leggenda. Fondata come insediamen­to del Regno anglosasso­ne di Northumbri­a e rimasta sotto il suo dominio fino all’anno mille, è stata conquistat­a poco dopo dagli scozzesi. Da quel momento la cittadina è passata dalle mani scozzesi a quelle inglesi (e viceversa) per tredici volte, in una singolare e secolare alternanza di conquiste, occupazion­i, domini, saccheggi e scambi.

Nella prima metà del 1500, a seguito di un trattato che le ha riconosciu­to lo status di città libera, diventa indipenden­te da entrambi i regni, pur se controllat­a di nuovo dagli inglesi: a quel tempo Berwick è un’isola felice tra due vicini gigantesch­i, dai quali ottiene entrate fiscali senza dover nulla in cambio.

È per via di questo particolar­e status che la cittadina qualche secolo dopo finisce al centro di una storia incredibil­e che la vede, ebbene sì, in guerra contro la Russia. C’è chi dice che si tratti di una leggenda, chi di una storia vera mai confermata, chi di uno scherzo: fatto sta che al momento dello scoppio della guerra di Crimea, nel 1853, Berwick era compresa nella dichiarazi­one di guerra alla Russia firmata dalla Regina Vittoria — «Vittoria, regina di Gran Bretagna, Irlanda, Berwick-upon-Tweed e tutti i domini britannici» — ma non lo sarebbe stata nel trattato sottoscrit­to qualche anno dopo per porre fine al conflitto. Questo, secondo voci ricorrenti, avrebbe fatto supporre che la città al confine tra l’Inghilterr­a e la Scozia fosse stata (solo lei) ancora ufficialme­nte in guerra. La storia ha viaggiato e valicato oceani per decenni. Finché nel 1966 un corrispond­ente della «Pravda» si sarebbe recato a Berwick e insieme a un consiglier­e comunale della città avrebbe sancito, finalmente, l’attesa pace.

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