Corriere della Sera - La Lettura
LA CITTADINA INGLESE IN GUERRA CON LA RUSSIA
Berwick-upon-Tweed è una graziosa cittadina del Northumberland, nell’estremo Nordest inglese, lontana quattro chilometri dalla Scozia. Come tutti i luoghi di confine, anche l’antica Berewich, sulla foce del fiume Tweed, vanta una storia ricchissima di mistero, mito e leggenda. Fondata come insediamento del Regno anglosassone di Northumbria e rimasta sotto il suo dominio fino all’anno mille, è stata conquistata poco dopo dagli scozzesi. Da quel momento la cittadina è passata dalle mani scozzesi a quelle inglesi (e viceversa) per tredici volte, in una singolare e secolare alternanza di conquiste, occupazioni, domini, saccheggi e scambi.
Nella prima metà del 1500, a seguito di un trattato che le ha riconosciuto lo status di città libera, diventa indipendente da entrambi i regni, pur se controllata di nuovo dagli inglesi: a quel tempo Berwick è un’isola felice tra due vicini giganteschi, dai quali ottiene entrate fiscali senza dover nulla in cambio.
È per via di questo particolare status che la cittadina qualche secolo dopo finisce al centro di una storia incredibile che la vede, ebbene sì, in guerra contro la Russia. C’è chi dice che si tratti di una leggenda, chi di una storia vera mai confermata, chi di uno scherzo: fatto sta che al momento dello scoppio della guerra di Crimea, nel 1853, Berwick era compresa nella dichiarazione di guerra alla Russia firmata dalla Regina Vittoria — «Vittoria, regina di Gran Bretagna, Irlanda, Berwick-upon-Tweed e tutti i domini britannici» — ma non lo sarebbe stata nel trattato sottoscritto qualche anno dopo per porre fine al conflitto. Questo, secondo voci ricorrenti, avrebbe fatto supporre che la città al confine tra l’Inghilterra e la Scozia fosse stata (solo lei) ancora ufficialmente in guerra. La storia ha viaggiato e valicato oceani per decenni. Finché nel 1966 un corrispondente della «Pravda» si sarebbe recato a Berwick e insieme a un consigliere comunale della città avrebbe sancito, finalmente, l’attesa pace.