Corriere della Sera - La Lettura
La ceramica di Cipro all’incrocio del Mediterraneo
Un cratere con scene animali (IV secolo a. C.) al Museo archeologico di
Nel 2021 i Musei Reali di Torino avevano raccontato in una mostra (titolo: Cipro. Crocevia delle civiltà) il fascino millenario dell’isola, cuore del Mediterraneo e ponte tra Oriente e Occidente, «mitica culla di Afrodite — spiegavano i curatori Luca Bom
Nei secoli ci sono passati tutti da Cipro: egizi, assiri, persiani, inglesi... E turchi e greci (con le loro rispettive tradizioni musicali), che ancora oggi si dividono l’isola. Il gruppo di etno-pop Monsieur Doumani, tre pluristrumentisti che si cimentano con elettronica, trombone, flauto, chitarra, tzouras (strumento a 4 corde), hanno scavato nel sottosuolo sonoro dell’isola per inventare musica nuova. Speziato. bardieri ed Elisa Panero — che nasce dalla spuma del mare cipriota, centro del più importante mare dell’antichità, crocevia di scambi commerciali e approdo di culture differenti in cui si forma la moderna concezione del mondo mediterraneo».
Questo cratere campaniforme, decorato in stile pastorale precoce, arriva dalla tomba 9, numero 66 (IV secolo avanti Cristo) scoperta da una spedizione cipro-svedese, a Enkomi, a due chilometri dall’antica città di Salamina e a quattro da Famagosta: è conservato nel Museo archeologico di Nicosia (mcw.gov.cy), il più grande dell’isola, nato nel 1935 come esito concreto di un dibattito che ha origine nei primi anni del Novecento sulla difesa e conservazione del patrimonio archeologico locale.
Il cratere rappresenta uno splendido esempio della produzione ceramica micenea, influenzata inizialmente da prodotti importati (dall’Argolide, da Rodi) ma che poi si sviluppò con prodotti locali detti cipro-micenei decorati con figure di grandi dimensioni, forse tratte dalla pittura parietale, ma riproposte in modo schematico. Il vaso (alto 28,7 centimetri e con un diametro di 27,7) presenta una decorazione con un toro e una capra in movimento (con la capra che volge la testa all’indietro), un altro toro è invece raffigurato mentre mangia le foglie di un cespuglio.
L’uso di linee sottili e spesse per la resa dei dettagli anatomici suggerisce un influsso dell’intarsio in avorio, uno stile che si sviluppò a Cipro nel periodo in cui divenne difficoltosa l’importazione di ceramica micenea, per via dei disordini politici nel Mediterraneo orientale che avevano reso pericolosi (e poco redditizi) i viaggi per mare.