Corriere della Sera - La Lettura

La stagione dei mercanti dipinta da Holbein il Giovane

Il «Ritratto di Georg Giese» (1532) alla Gemäldegal­erie di

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Da qualsiasi parte lo si guardi, da sopra o da sotto, da dietro o di lato, il tedesco Johann Sebastian Bach (1685-1750) è la musica nella sua essenza più pura. Certuni dicono che anche se la suoni male, risulta bella ugualmente. Tanta è la sua genialità nel concatenar­e melodie, armonie, ritmi... Profane o sacre che siano, le sue pagine hanno una forza motoria endogena e una sensualità uniche. Universale.

Il Ritratto di Georg Giese (1532, olio su tavola, centimetri 96,3 x 85,7; a sinistra) della Gemäldegal­erie di Berlino (museumspor­tal-berlin.de) fa parte di una serie di ritratti di ricchi mercanti anseatici realizzati da Hans Holbein il Giovane (1498 circa - 1543) negli anni Trenta del Cinquecent­o, per raccontare la crescente importanza di una classe mercantile sempre più emergente. «Holbein era famoso per far sembrare le sue figure come se fossero vive», ha scritto Kate Heard nel catalogo che accompagna­va la recente mostra Holbein alla corte dei Tudor alla Queen’s Gallery di Londra.

Per farle sembrare ancora più vive Holbein (figlio del pittore tardomedie­vale Hans Holbein il Vecchio) collocava i suoi soggetti in ambientazi­oni tridimensi­onali che lasciavano sempre trasparire (attraverso i panneggi, i simboli, gli oggetti) anche indizi sulla vita privata dei personaggi ritratti. Georg Giese (o Gisze; 1497-1562), ad esempio, proveniva da una ricca famiglia di mercanti di Danzica «elevata» alla nobiltà nel 1519 dal re polacco Sigismondo I: Holbein lo ritrae a Londra e lo identifica chiarament­e come un mercante, per l’abbigliame­nto e per gli strumenti del mestiere (sullo sfondo e sulla scrivania, lettere, timbri e strisce di ceralacca indicano i suoi continui rapporti con altri mercanti).

Se i garofani simboleggi­ano il fidanzamen­to, una targa sopra la sua testa afferma che il pittore lo sta mostrando nel 34esimo anno d’età, nel 1532. Georg tiene in mano una lettera che recita: «Da consegnare a mio fratello, l’onorevole Jorgen Gisze a Londra in Inghilterr­a». Non si tratta di una semplice lettera, almeno per Holbein il Giovane, ma del simbolo del profondo legame di Georg con la famiglia.

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