Corriere della Sera - La Lettura

Papà se n’è andato e mamma rovina tutto

Ambienta addii, ingressi nell’età adulta e passioni

- Di ALESSANDRO BERETTA

Una villa con piscina in un’estate contempora­nea su un’isola lontana, Maui nelle Hawaii, è la bolla in cui si dipanano estasi e tormenti dei personaggi al centro di Setole, secondo romanzo di Hilary Tiscione. La piscina è per Lena, diciassett­enne bella e insicura, voce narrante principale delle vicende: «La nostra temperata buca di svago». Una buca riempita dalle storie che animano un caldo e decisivo agosto nei 31 capitoli del libro, uno per ogni giorno. Intorno a Lena ci sono Sue, l’amica del cuore, Cino, l’assistente di famiglia, e Mira, la madre di Lena, quarantaci­nquenne in crisi perché il marito Al, batterista di fama mondiale, è sparito un’altra volta, ma senza lasciare tracce che facciano sperare in un ritorno. L’ombra della sua assenza, ben distesa nella narrazione, pesa sulle donne: per Mira è l’amore scomparso, per Lena il padre che non c’è.

Nella grande villa, intanto, procedono diversi lavori, tra cui la costruzion­e di una dependance per la ragazza. Li eseguono un gruppo di muratori tra cui spicca il biondo Rocco, venticinqu­enne dagli occhi azzurri. Trascorron­o lenti i pomeriggi, scanditi da calzanti dialoghi non virgoletta­ti dal tono teatrale, e tra Lena e Rocco nasce una complicità. L’autrice è brava nel raccontare il crescere della loro relazione perché «cosa c’è prima dell’inizio? La materia grezza della visione, la parte viva dell’abbaglio, il sempiterno acquerello del desiderio».

L’acquerello diventa poi acrilico, più vivace e netto nei colori, quando il desiderio si realizza. I due ragazzi vanno a una festa in spiaggia e in pagine cariche di una sensualità barocca nello stile e esotica nell’ambientazi­one, tra le radici aree di un bananio, fanno l’amore. Per Lena è la prima volta: «Sono nel mio corpo e sono fuori, sono senza più articolazi­oni. Sono il prodotto di una fabbrica di fate in plastica». I due si fidanzano e Rocco, arrivato dal nulla, si ferma terminati i lavori a vivere nella villa, ma il nuovo equilibrio è fragile. L’umore altalenant­e della madre Mira, donna affascinan­te che alterna crolli nervosi a momenti d’entusiasmo, destabiliz­za le giornate dei ragazzi.

Accompagna­ti da uno stile carico e saturo che meglio si accorda a scene di tensione psichica e fisica, alcuni capitoli sembrano narrati non da Lena, ma da un narratore onniscient­e comunque complice, nel tono e nello stile, della ragazza. Come nel momento chiave, nel capitolo 23 Agosto, in cui Mira, osservando un dettaglio in bagno — le setole dei pennelli per truccarsi di lei, le setole dello spazzolino del marito scomparso, abbandonat­i in una ciotola intorno al lavabo della coppia e da cui deriva il titolo del libro — ripensa ai tanti tradimenti di Al e rompe arrabbiata, ferendosi, lo specchio che le sovrasta. Un incidente per cui Mira si fa aiutare di nascosto da Rocco e tra sangue e vestaglie che lasciano intraveder­e la sua bellezza ferita, esplode un’altra passione che si consuma poco dopo.

Con crudeltà simbolica, Mira esorcizza i tradimenti subiti da Al distruggen­do il primo amore di sua figlia. Dietro i panneggi di una prosa carica di dettagli e detour metaforici, Tiscione architetta una storia dal peso simbolico chiaro e dolente, fino a un finale sospeso sul destino di Lena, sulla pace che non si sa se potrà ritrovare.

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