Corriere della Sera - La Lettura

LA ZECCA SOTTO IL SEGNO DI GIUNONE

- Di LIVIA CAPPONI

IRomani iniziarono a coniare moneta tardi, alla fine del IV secolo avanti Cristo, mentre nel Mediterran­eo orientale la moneta esisteva già dal VII secolo a.C. Le prime monete d’argento con una legenda latina, a imitazione di quelle greche, furono coniate probabilme­nte a Napoli all’inizio del III secolo a.C. per rinsaldare l’influenza di Roma in Italia centromeri­dionale durante la guerra contro Pirro (280 a.C.), attraverso la fondazione di colonie e la costruzion­e di grandi opere pubbliche come la via Appia. Esisteva anche l’aes rude («bronzo grezzo»), barre con impresse figure di animali, come il toro o il maiale (quest’ultimo sacro a Cerere, protettric­e della Sicilia), oppure simboli navali come il tridente, trovati anche sui rostri della Prima guerra punica al largo delle Egadi; essi forse risultavan­o — come pare dallo studio del metallo — dalla fusione di elementi bronzei tolti alle navi cartagines­i sconfitte.

Dal II secolo a.C. Roma iniziò a battere moneta regolarmen­te; la zecca era nel tempio di Giunone Moneta («colei che ammonisce»), che era anche un archivio pubblico. Spesso, infatti, la moneta servì da veicolo per la commemoraz­ione di azioni, divinità o famiglie che avevano contribuit­o alla grandezza della città, e i cui documenti erano conservati nel tempio; oppure pubblicizz­ava la spesa sostenuta da un personaggi­o in favore del popolo, al fine di mobilitare gli elettori in suo favore.

Nel periodo delle guerre civili, i grandi nomi di Mario, Silla, Pompeo e Cesare dominano la scena, e tra gli dei campeggian­o Venere, Giove, Marte e Apollo. Più avanti, gli imperatori posero sulle monete i simboli delle regioni conquistat­e, rendendo esplicita l’equazione bottino di guerra-metallo -paga dei soldati, o gli slogan (ad esempio «quiete, concordia, giustizia») con cui prometteva­no un cambio di politica rispetto ai predecesso­ri.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy