Corriere della Sera - La Lettura
Un «Biped» ancora capace di volare
L’avveniristica coreografia di Merce Cunningham del 1999 è rimessa in scena a Lione e in giugno arriverà a Ravenna insieme con «Beach Birds». Il direttore della compagnia, Andrieux Cédric: «Con il computer andò oltre l’impossibile»
Sembra un progetto digital-teatrale partorito, oggi, dall’Intelligenza artificiale. Invece è il frutto tardivo di un genio ottantenne negli Stati Uniti del 1999: Merce Cunningham. Lo immaginiamo così, il grande padre della modern dance, ormai ingabbiato in un corpo anziano e sofferente, seduto alla scrivania davanti al suo computer e intento a proiettarsi, con estro profetico, in un mondo high-tech destinato a irrompere nel teatro 25 anni dopo. Il risultato è ancora davanti ai nostri occhi: Biped, coreografia su musica originale live di Gavin Byars in dialogo con gli ologrammi dei danzatori, immersi in ambienti digitali che traducono in grafismi, geometrie e colori, i movimenti dei corpi.
Dopo la morte di John Cage nel 1992, compositore cui era legato in una simbiosi tra arte e vita, Cunningham aveva infatti trovato la forza di rimettersi in gioco creando coreografie sviluppate attraverso il software DanceForms. In Biped, che debuttò il 23 aprile 1999 alla Zellerbach Hall dell’Università di Berkeley, in California, le differenti sezioni della coreografia si combinano con la scenografia e gli ologrammi realizzati dagli artisti digitali Paul Kaiser e Shelley Eshkar: una partitura fisica di settanta frasi di movimenti tradotte in immagini astratte e proiettate su un tulle attraverso il quale si vede la danza dal vivo.
A enfatizzarne l’impatto avveniristico, contribuiscono i costumi metallici e luminescenti di Suzanne Gallo e le luci di Aaron Copp che tracciano linee nello spazio disegnando ambienti incorporei sulla scena. Rivisto oggi, in anteprima da «la Lettura», sul palco dell’Opéra de Lyon, Biped riesce a stupire fino a indurci a un’inaspettata commozione verso un maestro che ha reso la danza formale
Merce
Mycelium e cerebrale. Entrato nel repertorio del Ballet de l’Opéra de Lyon lo scorso 16 aprile — giorno in cui Cunningham, morto novantenne a Manhattan nel 2009, avrebbe compiuto 105 anni — Biped è stato presentato come seconda parte di Merce Cunningham Forever, abbinato a un altro celebre titolo degli anni Novanta del maestro, Beach Birds, già danzato dalla compagnia lionese.
Nei formidabili costumi bicolor (neri su braccia, spalle e mani guantate, bianchi sul resto del corpo) della pittrice Marsha Skinner che trasformano gli undici danzatori in giganteschi pinguini, ecco gli uccelli della spiaggia secondo Cunningham che consacrò al tema della natura importanti lavori: Beach Birds ,il cui debutto assoluto ebbe luogo nel 1991 a Zurigo, è basato su un fraseggio fisico individuale che non richiede un’esecuzione all’unisono degli interpreti, liberi di comportarsi come uno stormo di uccelli pronti a spiccare il volo. Perciò la lunghezza del pezzo è variabile sulla musica composta da John Cage. Ora il dittico Cunningham Forever, danzato sempre dal Ballet de l’Opéra de Lyon, arriverà in esclusiva nazionale a Ravenna Festival il 7 giugno al Teatro Alighieri con le musiche originali di Gavin Bryars eseguite dal vivo.
La presenza di Bryars, al piano e al «bastone della pioggia» (strumento musicale a scuotimento), insieme al suo Ensemble anche in Beach Birds, lega in una suggestiva trama storica le due parti del dittico. Il percorso artistico del compositore post-minimalista britannico è stato infatti fortemente segnato dall’incontro con John Cage e con la compagnia di Cunningham: dopo aver visto Variations VI nel 1966, cominciò a lavorare negli Stati Uniti come assistente di Cage che «gli diede il permesso di essere sé stesso», come ha più volte dichiarato. Biped tornerà in Italia in un programma differente proposto dalla compagnia lionese che contempla Mycelium del coreografo greco Christos Papadopoulos, in apertura di Romaeuropa festival il 4 e 5 settembre al Teatro Costanzi, in co-realizzazione con l’Opera di Roma.
Per il Ballet de l’Opéra de Lyon, la stagione 2023-2024 ha segnato l’arrivo del nuovo direttore Cédric Andrieux, per dieci anni danzatore di Merce Cunningham a New York, quindi dal 2007 ballerino della compagnia lionese. Come per un gioco del destino, è proprio Cunningham Forever a figurare nel primo cartellone da lui diretto a Lione. «Anche se non sono io a firmare la mia prima stagione da direttore qui: la si deve — precisa Andrieux — a chi mi ha preceduto. Ho danzato entrambi i titoli, Beach Birds al Ballet de Lyon nel 2007, preceduto da Biped, uno dei primi pezzi che ho ballato a New York nella compagnia di Cunningham e che ho continuato a eseguire fino alla fine della mia permanenza lì. Per me è dunque un ritorno alla mia storia personale ed è stato emozionante la prima volta che ho visto i danzatori di Lione nei costumi di Biped. Si tratta di un lavoro che ci colpisce ancora oggi perché Cunningham si è spinto oltre i limiti dell’impossibile, grazie al computer, cosa che non avrebbe potuto fare, alla sua età, da solo o con i suoi ballerini. Perciò ha creato frasi coreografiche sempre più complesse che solo la tecnologia poteva permettergli di immaginare».
Nel 2009, il coreografo Jérôme Bel ha costruito su di lui l’assolo autobiografico Cédric Andrieux, in tour per il mondo (e anche in Italia) per quasi quindici anni: nel monologo, Andrieux rivelava anche i momenti più grigi della sua esperienza di danzatore della Merce Cunningham Dance Company. Ma, quando la compagnia del maestro americano si è estinta per volontà testamentaria del suo stesso fondatore, Andrieux si è impegnato a celebrarne la memoria con Cunningham x100, gigantesco evento che coinvolgeva tutti i danzatori del Conservatorio Nazionale di Musica e di danza di Parigi (di cui il quarantasettenne Cédric era direttore, all’epoca) presentato nel 2019 in occasione del Festival d’Automne della capitale francese: «Cunningham — ammette — ha avuto un posto importante nella mia vita più di ogni altro coreografo e in fondo non l’ho mai lasciato. Non sono un sentimentale, è la vita che mi ha dato più opportunità di continuare a dialogare con Merce e con la sua memoria. Ne sento la responsabilità, dopo che la sua compagnia si è dissolta, ora c’è solo il Trust che gestisce i diritti delle coreografie. Così, ai miei danzatori qui a Lione ho detto: adesso la memoria di Cunningham siete voi. Merce continua a esistere attraverso la vostra danza».