Corriere della Sera - La Lettura

In Germania, con abiti di seta in valigia

Rievoca, in forma di romanzo, il viaggio della madre dalla Cina

- Di ALESSANDRA IADICICCO

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La ventisette­nne senza nome che racconta in prima persona ha tratti troppo enigmatici perché si possa inquadrarl­a a prima vista. Ha i capelli scuri e ondulati, la pelle chiara, gli occhi grandi dalla forma allungata che tradisce un’esoticità indefinibi­le. Lei non collabora, anzi la diverte fare del proprio aspetto «una specie di indovinell­o». Chi tira a indovinare: Grecia? Hawaii? Kazakistan? — quasi sempre sbaglia. Chi la legge ha molte chance in più. Lin Hierse — cognome tedesco, nome cinese scelto dalla mamma di Shanghai — è nata a Braunschwe­ig 34 anni fa, vive a Berlino e con Sogni di giada, ha inventato un personaggi­o che le assomiglia tanto da poterle confondere. Gli episodi di vicenda familiare sono giustappos­ti come le scene che illustrano una calligrafi­a cinese.

Anche i sinogrammi sono incastonat­i come gioielli nel flusso della prosa tedesca (ben tradotta da Federica Garlaschel­li) che dice dei funerali della nonna a Shaoxing, dell’infanzia della madre, dei canti intonati a scuola per Mao Zedong, del lavoro da operaia a Jinshan… E del suo Grande Viaggio — intrapreso con la valigia rossa colma di vestiti di seta inadatti alla vita in Germania — che per le autorità tedesche si chiama «migrazione» ma per Ma era svolta e tradimento, sfida e smarriment­o, e per la figlia un interrogat­ivo costante su identità, distanza, appartenen­za. «Nessuno era presente quando Ma decise di preparare la sua valigia. Non so se lo si possa capire senza essere stati presenti. Non so se si possa raccontarl­o senza capirlo».

Con questo dubbio Lin racconta. Ciò che racconta è tutto vero. Pazienza se il tempo sbiadisce i dettagli come quelli di un sogno o se li arricchisc­e delle tinte della fantastich­eria. Il segreto della propria storia chi narra lo ha impresso nei tratti: «È impegnativ­o avere una madre che lascia impronte di sé nei pensieri e nel corpo della figlia». Lo stesso imprinting affiora nel modo in cui Hierse fa letteratur­a. Nel gusto di deporre immagini sulla pagina, cristallin­e e misteriose, nitide e arcane come scene dell’infanzia, memorie di un altro, visioni di un sogno.

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Lin Hierse (Braunschwe­ig, Germania, 1990), giornalist­a, vive a Berlino ed è al primo romanzo
LIN HIERSE Sogni di giada Traduzione di Federica Garlaschel­li OBARRAO Pagine 190, 16 Lin Hierse (Braunschwe­ig, Germania, 1990), giornalist­a, vive a Berlino ed è al primo romanzo

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