Corriere della Sera - La Lettura
Match point in vetta
Rafael Nadal e Roger Federer — già rivali, ora amici — sono protagonisti della nuova campagna di Louis Vuitton dedicata al viaggio. Sulle Dolomiti li ha fotografati Annie Leibovitz. Con il backstage firmato da una sorella d’arte, Barbara Leibovitz
Annie Leibovitz non ha mai cercato la bellezza, piuttosto la forza delle donne e degli uomini che — come John Lennon, nudo nel suo letto con la moglie Yoko Ono il giorno prima di venire ucciso — «la più grande fotografa del nostro tempo» ha fermato nei suoi scatti. Uno stile, il suo, frutto di un smisurato talento visivo, un’incredibile capacità di invenzione, di un’assoluta maniacalità e consapevolezza di sé. Uno stile che la sorella Barbara aveva raccontato alla perfezione nei novanta minuti del documentario Life Through a Lens (2006). Uno stile — ancora — che scaturisce da un’esperienza personale profonda che Leibovitz (Waterbury, Connecticut, Stati Uniti, 2 ottobre 1949) aveva raccontato nel suo libro A Photographer’s Life (Random House, 2006). Uno stile — infine — che sin dall’inizio è apparso ideale per trasmettere il carattere degli uomini e delle donne sceldi ti da Louis Vuitton per la campagna Core Values, lanciata nel 2007 per certificare «il legame di lunga data di Louis Vuitton con l’arte del viaggio e lo spirito pioneristico della Maison».
Quello raccontato da Annie per Core Values non è però un viaggio qualsiasi. «La nostra idea è stata sin dall’inizio — spiega Pietro Beccari, dal 2023 presidente e amministratore delegato di Louis Vuitton, che ha inventato questa campagna — quella di un viaggio che fosse molto più di un atto fisico dello spostarsi da un posto all’altro o dello scoprire una nuova destinazione. Pensavamo piuttosto a un’esperienza emozionale, un processo di scoperta di sé, un itinerario prima di tutto intellettuale, culturale, umano». Un’idea che ha trovato in Leibovitz l’interprete più in sintonia, capace di
mettere assieme il proprio (enorme) talento di fotografa con i sogni di Beccari e della Maison.
Leggendario è il viaggio che contrassegna il nuovo capitolo della campagna Core Values di Louis Vuitton dopo 12 anni (l’ultima campagna aveva avuto come protagonisti tre campioni dello sport: Muhammad Ali, Larisa Latynina e Michael Phelps). E torna, appunto, l’obiettivo di Annie Leibovitz. Protagonisti sono due fuoriclasse del tennis, Roger Federer e Rafael Nadal, che salgono sulle Dolomiti «impegnati in un viaggio di ambizione, determinazione e scoperta» (le montagne sono le Tofane, nell’Ampezzano, luogo assai amato da Beccari).
A 3 mila metri di altezza, lontano dalla familiarità-rivalità del campo, lo svizzero Federer e lo spagnolo Nadal non appaiono stavolta come avversari ma come compagni di un’ascesa comune: una metafora delle loro carriere che sono state segnate da un profondo rispetto reciproco e dall’amicizia e dalla capacità di superare sempre gli ostacoli. Due grandi atleti che hanno vissuto in prima persona il viaggio inteso come progresso: da giovani prodigi a icone globali. «Per me — spiega Rafael Nadal, nato nelle Baleari il 3 giugno 1986 — essere parte di questa campagna è qualcosa di cui sono molto orgoglioso; soprattutto condividerla con Roger, che è stato il mio più grande rivale e oggi è un caro amico. Nella mia carriera ho ottenuto più di quanto avessi mai sognato, quindi alla fine il valore più importante che lasciamo è l’eredità in termini di umanità». Per Roger Federer — nato a Basilea l’8 agosto 1981 — «lavorare a questo progetto con Rafael è stato molto bello. Fantastico essere rivali e poi, alla fine della nostra carriera, ritrovarsi l’uno accanto all’altro in cima a montagne che per noi rappresentano un luogo speciale, il simbolo di una sfida perenne».
Sono passati 17 anni da quando Beccari aveva lanciato, con Antoine Arnault, la prima campagna Core Values. Protagonisti dell’avventura erano stati l’ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov, l’attrice Catherine Deneuve e i tennisti André Agassi e Steffi Graf, coppia nella vita. «È stato fantastico lavorare con Roger Federer e Rafael Nadal a questa nuova storia — confessa Beccari — perché entrambi sono atleti di grande ispirazione, amici agguerriti, testimoni della disciplina e dell’eccellenza nei loro personali percorsi sportivi». È il tratto che accomuna gli interpreti delle campagne del passato: il chitarrista dei Rolling Stones, Keith Richards, l’attore Sean Connery, i registi Sofia e Francis Ford Coppola, figlia e padre (2008); gli astronauti Buzz Aldrin, Jim Lovell e Sally Ride (2009); il danzatore e coreografo Mikhail Baryshnikov e la stessa Annie Leibovitz, i calciatori Pelé, Diego Armando Maradona e Zinedine Zidane, più la coppia composta da Ali Hewson e Bono (2010); e un’altra attrice, Angelina Jolie (2011).
Se gli scatti di Annie Leibovitz hanno ritratto la coppia Federer-Nadal in piedi sulla vetta — simboli convincenti di un impegno per l’eccellenza, di un consapevole desiderio di trasmettere anche agli altri questi loro sogni — il backstage è firmato dalla sorella di Annie, Barbara. Il nuovo capitolo della campagna è così molto più di un semplice ritratto di due uomini in un panorama alpino: è un omaggio ai valori della Maison, incarnati da campioni che portano avanti le loro storie (e i loro viaggi) con la determinazione con la quale impugnano le racchette. E, dunque, con stile, eleganza e umiltà. Sfidando una temperatura che per il mediterraneo Nadal si è dimostrata, al contrario dell’elvetico Federer, particolarmente rigida. Soprattutto quando — si racconta — la fotografa gli chiedeva di restare in maglietta e con le maniche rimboccate per mostrare meglio i bicipiti.
Nel corso della collaborazione triennale per le campagne Core Values, Louis Vuitton e Annie Leibovitz hanno instaurato un legame profondo. Stima e rispetto: un affiatamento che trova conferma nei ritratti della coppia Federer-Nadal. La storia della Maison è stata, d’altra parte, da sempre contrassegnata da sodalizi con personaggi eccezionali (da Ernest Hemingway a Audrey Hepburn). E il legame tra la fotografa e Louis Vuitton è stato, sin da subito, così profondo che nel 2010 Annie Leibovitz aveva rivolto l’obiettivo su di sé e su un suo amico di vecchia data, Mikhail Baryshnikov: non era mai apparso all’interno di una campagna pubblicitaria un autoritratto della fotografa. Nello stile prezioso ma non affettato, elegantissimo ma non patinato, impeccabile ma non freddo che da sempre la contraddistingue, Annie ha raccontato Mikhail in piedi su una pedana in tenuta da ballerino, con una tenue luce ad occhio di bue a illuminarlo mentre lei siede sul pavimento con accanto la sua macchina fotografica (Baryshnikov era stato già protagonista nel 1990 di uno strepitoso ritratto sempre di Leibovitz, dove appare sulle spalle del coreografo Rob Besserer).
«Un buon ritrattista — ha raccontato Leibovitz in un’intervista — punta a qualcosa di diverso che potrebbe anche non essere una bella immagine, perché non deve cercare la bellezza, ma la forza degli uomini e delle donne». È la stessa forza che, come per Federer e Nadal nella campagna Core Values, viene da un viaggio che non si interrompe mai, da un viaggio che è sempre e comunque progresso.